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Senti che bel vento

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Non l’ho visto. L’ho solo annusato. Voci ufficiali, ancorché sorvolanti, ne accennavano la presenza nella zona del porto, altre dicevano all’Acquasanta. Comunque in mare: sottoposto alle cure di non meglio identificati lavatori, uccelli archaeopteryx umani che gli piluccavano e gli massaggiavano le oleose viscere, e lo aiutavano a spurgarsi nelle acque che bagnano la città. Sprovvisto di dettagli per descriverne la mole e la natura, ho provato a immaginarmelo come un primate incommensurabile, con l’intestino pieno di nafta, perché così doveva essere quella creatura che stava ammorbando l’aria di fetore gassoso, dai moli al centro città, scatenando capogiri, nausee ed emicranie. Quasi che migliaia di palermitani avessero dimenticato le manopole del cucinino aperte.

Tutti insieme, e tutti nello stesso momento. L’Amg diffondeva un comunicato che più o meno suonava così: si tratta di una nave cisterna sottoposta a lavaggio, l’odore che emana infastidisce ma non nuoce, smettiamola con gli allarmismi, non siate isterici. Nessuna fuga di metano. Va bene, sospiro io, qui si è abituati a ben altro. Ma la prossima volta, ditelo. E spiegateci bene che roba è.

P.S. Il giorno dopo, a seguito dei malesseri accusati dai bagnanti nei pressi del tratto di costa indicato, i medici dichiaravano: invasione di alghe o micro-alghe tossiche. Sulla nave puzzolente, nemmeno una parola.

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