CATANIA – Un malore, stretti tra migliaia e migliaia di persone che si muovono tutte insieme. Cercare aiuto e non riuscire a raggiungere i soccorsi.
O vederli in lontananza, mentre tutte le vie di fuga sono bloccate dalle auto in doppia fila. E’ questo l’incubo peggiore che può vivere ognuno dei tre milioni di fedeli che si accalca lungo il percorso del Fercolo agatino.
Ed è quello che cercano di prevenire gli angeli della Protezione Civile: durante la Festa lavorano 24 ore al giorno con tanto impegno, pochi soldi (sono volontari) e l’aiuto della tecnologia. Ieri hanno soccorso nella calca 61 persone, ed uno di loro era stato colpito da infarto e se l’è cavata grazie a loro. Un ragazzino di 14 anni si è perduto, ed è stato ritrovato grazie ai loro collegamenti radio.
E ieri sera sono scoppiate anche due risse: una in via Garibaldi e un’altra in piazza Alcalà. Nel giro di tre ore, ci sono stati tre feriti gravi, tutti portati d’urgenza in ospedale. Fino ad oggi pomeriggio, gli interventi sono stati 70 e aumenteranno nella notte: sulle strade ci sono 488 volontari, 28 autoambulanze e 21 mezzi di soccorso.
Nella sala operativa, che si trova alla Circonvallazione, l’occhio vigile sulla Festa. Un sistema hi-tech sorveglia in tempo reale ogni movimento del Fercolo, visualizzato sulla mappa al pc – proiettato sulla parete – con un segnalatore verde circondato dalle autoambulanze.
C’è anche un sistema “all’antica” con i chiodini colorati sulla mappa stradale attaccata alla parete: un’accortezza in più in caso di emergenza.
In caso di necessità, le decisioni più spinose vengono prese da un team composto dal coordinamento di ben 21 associazioni, più il Comune, il 118, la Polizia (attraverso il sostituto commissario Paola Clementi) ed i Vigili Urbani (attraverso l’ispettore Marcello Strano).
Nella sala radio arrivano centinaia di segnalazioni, ed è qui che ogni rischiesta di aiuto viene smistata e organizzata, gestendo le squadre appiedate (cioè a piedi, per muoversi meglio nella folla) dei volontari della croce rossa e delle autoambulanze.
Attorno al Fercolo, ci sono sei squadre “di scorta” divise in altrettanti settori: una davanti, una dietro, e due per lato. Un totale di 36 “angeli”che vigilano costantemente attorno alla Vara. Man mano che la processione va avanti, si spostano anche le squadre di soccorso: una sanitaria e un’altra logistica.
Nella mappa il percorso è segnato in rosso; ci sono anche le vie di fuga (in verde), ed il percorso alternativo (in blu) da usare in caso di necessità. I blocchi, tuttavia, sono frequenti: ieri sera, ad esempio, in via garibaldi ben 11 automobili private erano posteggiate con le quattro frecce e bloccavano i soccorsi.
“Nel piano di Protezione Civile – spiega a Live Sicilia Catania la responsabile Maria Luisa Areddia – le vie di fuga sono dinamiche perchè cambiano in base al Percorso: ieri sera, ad esempio, le via di fuga sono state via Etnea (verso nord), via Garibaldi (verso sud) e sotto porta Uzeda. In linea di massima i cittadini rispettano le nostre indicazioni: poi devono essere i vigili urbani e la polizia ad evitare il parcheggio”.
“Bisogna evitare – aggiunge il coordinatore Carmine Rosati – che le macchine blocchino il passaggio delle autoambulanze. Tra gli aspetti da migliorare c’è sicuramente l’organizzazione in piazza Duomo per i Fuochi del Tre: le ambulanze non arrivano facilmente, mentre dovrebbero essere nelle immediate vicinanze per velocizzare al massimo i soccorsi.”
“Questi ragazzi – ha detto il
sindaco Raffaele Stancanelli, in visita al centro insieme all’assessore Giuseppe Marletta – sono sinceramente straordinari per spirito di servizio e abnegazione. Sono l’orgoglio di Catania perchè operano con discrezione svolgendo un servizio di grande professionalità e che permette alle circa settecentomila persone che in questi giorni affollano le strade di Catania di potere godere della festa.
Anche quest’anno ho costato un altro livello di preparazione di una macchina rodata che funziona al meglio animata da un encomiabile senso di solidarietà che è uno degli elemtni indispensabile di una comunità cittadina”. Il primo cittadino si è rivolto anche ai catanesi: “Invito tutti alla calma e alla prudenza”.
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