PALERMO – Sedici anni al capitano della nave, pene fra 12 e 14 anni per i membri dell’equipaggio.
Si chiude in primo grado davanti al giudice per l’udienza preliminare Marco Gaeta il processo per il carico record di cocaina sequestrato nel luglio 2023 a largo delle coste agrigentine.
La condanna più pesante, 16 anni ciascuno, è stata inflitta al russo Viktor Dyachenrko, 70 anni, comandante della “Plutus”, considerata la nave madre della droga, e a Vincenzo Catalano, 35 anni, di Bagnara Calabra, comandante del peschereccio Ferdinando d’Aragona, bloccato a Porto Empedocle, su cui furono trasbordati 5,3 tonnellate di polvere bianca sul peschereccio
Gli altri condannati sono Kamel Thamlaoui (14 anni), tunisino, 53 anni residente a Tricase (Lecce); Sami Mejri (12 anni(, tunisino, 48 anni, residente a Barcellona Pozzo di Gotto (Messina); Elvis Lleshaj (12 anni), albanese di 35 anni.
Si trattava del più ingente sequestro di stupefacenti messo a segno in Italia. Una volta piazzata sul mercato la droga avrebbe fruttato 850 milioni di euro.
I finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo ricostruirono che l’equipaggio gettò in acqua il carico di cocaina per il successivo recupero da parte del motopeschereccio.
L’indagine della Direzione distrettuale antimafia di Palermo ha ricostruito che la nave era partita a giugno da Santo Domingo per poi fare tappa a Trinidad e Tobago e successivamente nel porto di Las Palmas (Gran Canaria – Spagna).
Da qui era ripartita il 7 luglio, ha attraversato lo stretto di Gibilterra ed era giunta infine nel Canale di Sicilia, in attesa del motopeschereccio salpato dalle coste calabresi. Una volta abbandonato il carico di droga, la motonave avrebbe tentato di riprendere il largo in direzione della Turchia, ma è stata bloccata.