PALERMO – Prima la chiusura dopo trent’anni di attività, ora l’inchiesta sulla gestione dell’Hotel Ponte a Palermo.
Il giudice per le indagini preliminari ha sequestrato l’edificio di via Crispi di proprietà di una famiglia storica nel settore alberghiero. Marcella Ponte e l’amministratrice Lidia La Magna sono state iscritte nel registro degli indagati per malversazione ai danni della Comunità europea. Stessa ipotesi che viene contestata alle società Hotel Ponte srl e Sipat srl.
La vicenda ruota attorno ad un finanziamento europeo che i Ponte hanno chiesto per ristrutturare e rilanciare la struttura. Duecentotrenta mila euro che la Regione gli concede attingendo dai fondi comunitari del Por. La richiesta è del 2007, ma i fondi arrivano nel 2009 e in misura nettamente inferiori ai due milioni inizialmente chiesti. Accade, però, che l’estate scorsa i finanzieri, nel corso di un’ispezione nella struttura, si accorgono che non solo i soldi non sarebbero stati spesi, ma la struttura sarebbe in fase di dismissione. Da qui l’accusa di malversazione: l’assegnazione dei fondi destinati alla riqualificazione turistica imponeva un vincolo minimo di 5 anni entro il quale la struttura non poteva essere dismessa. Secondo il giudice per le indagini preliminari Nicola Aiello, le procedure per la chiusura dell’hotel sarebbero state pagate con i soldi pubblici. Il sequestro cosiddetto per equivalente serve a bloccare una somma di denaro utile a coprire i 230 mila euro che i Ponte adesso dovranno restituire.