Serit Sicilia, Scaravilli| lascia la presidenza - Live Sicilia

Serit Sicilia, Scaravilli| lascia la presidenza

Gaetano Scaravilli (nella foto) si è dimesso dalla presidenza di Serit Sicilia. Il burocrate, ex fedelissimo di Totò Cuffaro e oggi molto vicino al presidente della Regione Raffaele Lombardo, ha lasciato la guida della società che si occupa della riscossione nell’Isola: al suo posto, per il momento, va il vicepresidente dell’azienda, Angelo Cuva, vicinissimo al presidente del Senato Renato Schifani. Cuva, però, non resterà a lungo nella poltrona più alta di via Morselli: nei prossimi giorni, infatti, la Regione indicherà un nuovo presidente.

Alle dimissioni di Scaravilli, comunque, non corrisponde una rottura. “Questo gesto – precisa l’ex presidente di Serit Sicilia – rientrava negli accordi con il presidente Lombardo. Il mio ruolo era quello di un traghettatore, una presenza di servizio”. Le parole sono supportate dai fatti: Scaravilli, infatti, resta ben saldo su una poltrona più importante, quella riservata al presidente di Riscossione spa, la holding che controlla Serit e che dall’1 gennaio acquisirà il controllo dei tributi in Sicilia. E che, stando alle dichiarazioni rilasciate da Scaravilli al mensile “S”, che proprio in questo numero pubblica un’inchiesta sull’attività dell’azienda e sulle consulenze milionarie accordate a uno studio legale, nelle intenzioni dell’ex presidente dovrebbe fondersi con la società-figlia: “Quando il controllo dei tributi passerà a Riscossioni – dice Scaravilli su ‘S’ – buon senso vorrebbe che le due società si fondessero”.

La scelta del successore sarà ufficializzata nei prossimi giorni. Cuva, al momento, sembra però tagliato fuori: il suo nome, infatti, è stato indicato dall’Agenzia delle Entrate, mentre il patto para-sociale che sta alla base di Serit Sicilia prevede che la presidenza spetti al consigliere indicato dalla presidenza della Regione. Toccherà quindi a Lombardo indicare il nome: una matassa che sarà dipanata nei prossimi giorni. E sulla quale a Palazzo d’Orléans, almeno per il momento, tengono le bocche cucite.


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