Consiglio comunale deserto nel giorno più buio di Salvo Pogliese - Live Sicilia

Consiglio comunale deserto nel giorno più buio di Salvo Pogliese

In 9 si sono presentati alla seduta per la tassa sui rifiuti. (In foto: la stanza del sindaco in municipio)

CATANIA – Erano in tutto in nove. Nel giorno delle dimissioni del sindaco di Catania Salvo Pogliese il Consiglio comunale era deserto. Nove consiglieri totali, su 36 che ne sono stati eletti e 15 che ne servivano per votare l’aumento del 18 per cento della Tari. Che, però, potrebbe andare al voto sabato e domenica. “Colleghi, almeno manteniamo il decoro“: Giuseppe Castiglione, presidente del senato cittadino, rimprovera chi non indossa la giacca. Poi fa l’appello: Santi Bosco, Giuseppe Gelsomino, Paola Parisi, Nino Penna, Maria Grazia Rotella, Santo Russo, Luca Sangiorgio e Lanfranco Zappalà. Gli unici in aula.

Va da sé che la seduta si chiude senza neanche aprirsi. Il numero legale salta ancora, segno che neanche le interlocuzioni regionali di ieri mattina, finalmente ottenute, sono servite a granché. L’ormai celeberrimo aumento della Tari, necessario per garantire l’equilibrio di bilancio e scongiurare il rischio di un secondo dissesto (a distanza di soli quattro anni dalla dichiarazione del primo), è stato al centro delle telefonate del sindaco facente funzioni Roberto Bonaccorsi, ieri mattina. Non solo di quella con l’assessora regionale ai Rifiuti Daniela Baglieri, ma anche delle conversazioni con l’assessore al Bilancio Gaetano Armao e con il presidente della Regione Nello Musumeci in persona. Quest’ultimo, a quanto pare, sollecitato dal dimissionario Pogliese, consapevole della difficoltà del momento.

Dal dialogo con Palermo sarebbero arrivare rassicurazioni circa l’intenzione della Regione Siciliana di coprire, con fondi regionali, i maggiori costi che il capoluogo etneo deve sostenere. In modo da “sterilizzare” l’aumento e renderlo necessario. Si tratterebbe di meno di venti milioni di euro, destinati alla città di Catania per risparmiare ai cittadini una ulteriore crescita della tassa che è già la più alta d’Italia. Perché dalla Regione sono arrivate “rassicurazioni”, secondo quanto appreso da LiveSicilia, ma non ancora certezze. Sarebbe stato sufficiente a convincere i consiglieri riottosi a votare per una pillola amara oggi (l’aumento), sperando di ingoiare una dolce caramella domani (una riduzione della Tari, a ridosso dell’autunno)?

Non è dato saperlo, perché il vicesindaco non ha potuto raccontare in aula le sue prove tecniche di soluzione. In serata, però, Roberto Bonaccorsi ha inviato una pec al presidente del Consiglio comunale Giuseppe Castiglione, con una semplice richiesta: convocare l’aula anche sabato 30 e domenica 31 luglio. Il bilancio preventivo 2022, di cui l’aumento Tari è un atto propedeutico, dovrà essere approvato entro la fine del mese ed è chiaro che i tempi tecnici per la puntualità ormai siano sfumati. Si può tentare, però, un salvataggio in extremis di ciò che è ancora salvabile. Il nuovo regolamento del senato cittadino prevede anche la possibilità di essere presenti partecipando da remoto: sabato e domenica sera si tenterà una nuova conta. Con un sindaco appena dimessosi e i pozzi della politica già avvelenati da più di una campagna elettorale estiva.


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