CATANIA – Un Consiglio comunale straordinario per affrontare l’argomento servizi sociali, la cui gestione apparirebbe poco chiara e poco trasparente. E’ la proposta che sarà formalizzata a breve, avanzata dal consigliere di Grande Catania, Sebi Anastasi, secondo cui occorre concertare le politiche amministrative in relazione a un settore che, senza la dovuta programmazione concordata con gli attori in campo, rischia di essere schiacciato dai vincoli del piano di rientro. Un argomento caro al consigliere, che torna sulla questione prendendo spunto da quanto sta avvenendo negli asili nido comunali.
“Oggi sta esplodendo questo problema – spiega – che noi come gruppo consiliare avevamo evidenziato, e la stessa cosa succederà con gli altri servizi, come gli istituti rieducativi assistenziali, la sanità, ecc”. Secondo Anastasi, il problema sarebbe legato alla mancata programmazione delle azioni del Piano di rientro in un settore estremamente delicato e particolare. “Se non si crea una governance che governi il Piano di riequilibrio – continua – questo travolgerà i servizi erogati ai cittadini. Quello che propongo – aggiunge – è aprire il dibattito alla città attraverso il Consiglio comunale, come già fatto per altri temi, per dare vita a un progetto civico che passi per la predisposizione di un regolamento unico sulla gestione dei Servizi sociali”. Una serie di norme prestabilite che regolamentino ogni settore, compresi i criteri di affidamento a terzi, in modo da poter mettere ordine. “Questo agevola anche le famiglie” – continua Anastasi.
Mettere in rete i servizi e uniformare le procedure di affidamento e di gestione, dunque, una possibile soluzione, secondo il consigliere, per dare un indirizzo che attualmente mancherebbe. “Vorrei sapere – prosegue Anastasi – cosa vuole fare questa amministrazione in merito ai Servizi sociali, perchè non l’ho ben capito. Ho visto solo che mi è stata presentata all’improvviso la delibera sugli asili nido, ma queste cose non possono essere trattate a spezzatino”. Da qui la richiesta di un Consiglio in cui l’amministrazione illustri le proprie linee programmatiche per i prossimi quattro anni, in relazione ad esempio alle comunità di cittadini stranieri, primi fra tutti i rom, ma anche sui senza fissa dimora, oppure alle politiche di sostegno al lavoro. “L’errore grosso è proprio questo – conclude -il non aver coinvolto l’assemblea cittadina nell’affrontare il Piano di rientro. Invece ci vuole trasparenza e concertazione. Abbiamo di fronte quattro anni e la città non può permettersi di non programmare i servizi ai cittadini”.