PALERMO – “Finalmente dopo le mie numerose denunce pubbliche in tutti i comizi e gli incontri, e anche in sede giudiziaria, si riconosce la presenza della mafia nell’energia rinnovabile, che ha determinato intollerabili scempi paesaggistici in tutta la Sicilia, e soprattutto nella Sicilia Occidentale”. Lo dice in una nota Vittorio Sgarbi, ex sindaco di Salemi, una delle città coinvolte nell’operazione “Mandamento”.
“In questa penetrazione della mafia nel business delle rinnovabili, iniziata ben prima della mia elezione a sindaco, andava condotta – aggiunge – un’azione forte delle forze dell’ordine, in particolare dalla prefettura e dalla questura di Trapani, rimaste invece vergognosamente indifferenti alle mie denunce, inventando inesistenti motivazioni per lo scioglimento del Comune di Salemi, dove i commissari straordinari inviati dal ministero dell’Interno hanno recentemente manifestato interesse per l’eolico e il fotovoltaico”.
“La mia azione antimafia – conclude Sgarbi – aveva l’obiettivo che oggi viene riconosciuto, al di là delle farneticazioni di Sonia Alfano e delle omissioni gravi del questore e del prefetto, che hanno agito con grave pregiudizio politico senza contribuire all’azione di denuncia da me quotidianamente fatta e documentata”.