Il problema sta tutto nel termine leggermente wagneriano “crepuscolo”. Vogliono costruire il Partito del Sud? Vogliono edificare questa bella casetta meridionale per rispondere al casino della Lega? D’accordo. Però litigheranno. Anzi, già litigano, ha ragione Lupo. Perché Miccichè vorrà a tutti i costi una foto di nonno Berlusconi nel tinello, si sa che è un sentimentale. Invece Lombardo si opporrà e potrebbe optare per un ritratto di Salvatore Giuliano, bandito per necessità, autonomista per passione.
Cioè, la coesistenza appare complicata già dal fidanzamento e non si tratta di robetta. Gianfranco ha dichiarato: ”La mia idea di Partito del Sud non va assolutamente contro Silvio Berlusconi, né consentirò a chicchessia di strumentalizzarla per soddisfare squallide smanie d’antiberlusconismo. I doppi sensi li lascio a chi vuol fare del Partito del Sud un terreno di scontro politico in cui impera chi divide, a chi s’illude di poterne fare strumento di disarticolazione di una compagine politica che da quasi vent’anni si regge sulla leadership, incontrastata e lontana anni luce dal crepuscolo, di Silvio Berlusconi”. Il presunto chicchessia, ovvero Lombardo, ha dichiarato: “Siamo al crepuscolo del berlusconismo. E forse anche per questo viviamo in un’Italia meno libera di scegliere. Il decreto-liste è un brutto segnale. Come tutto il resto al quale stiamo assistendo. Compreso il disinteresse a traino leghista nei confronti del Mezzogiorno. Per questo, dopo le Regionali, diamo vita al Partito del Sud, che sarà l’alter ego del Carroccio“. Ecco, su nonno Berlusconi si sono già rotti i telefoni. Siamo già al tiro dei piatti del corredo e prima di cominciare. E, conoscendo i tipi, non si capisce proprio chi vorrà farsi avanti per la riconciliazione. Chi deciderà di schioccare, per primo, il bacino della pace. O magari della tregua.
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