Siccità, corsa contro il tempo. A Palermo fiumi contaminati dai reflui - Live Sicilia

Siccità, corsa contro il tempo. A Palermo fiumi contaminati dai reflui

Cosa dice la relazione consegnata alla Protezione civile

PALERMO – Siccità, corsa contro il tempo in Sicilia. Nel giorno dell’insediamento della cabina di regia, gli agricoltori iniziano a chiedere “l’abbattimento selezionato del bestiame” e misure di sostegno. A Palermo Amap è in riunione costante con l’autorità di bacino e nella relazione strategica emerge il nodo dei fiumi e dei pozzi contaminati dai reflui fognari che attraversano la città. Ma ci sono anche importanti novità.

Palermo, la strategia di Amap

A Palermo Amap lavora su tre fronti, in riunione con l’Autorità di bacino e la cabina di regia regionale. Il primo è il monitoraggio costante dei consumi: serve a capire se la riduzione di pressione del 4% sia sufficiente a garantire il raggiungimento del prossimo inverno. Una strategia “in house”, che consente al gestore del servizio idrico di accumulare più acqua, garantendo l’erogazione h24.

Le analisi

Analizzando i consumi, Amap ha predisposto un piano che prevede la riduzione della pressione fino al 10%, ma solo a livello di ipotesi e anche tra il 10 e il 20%, che comporterebbe il via alle turnazioni in alcuni distretti, col “ricorso alle autobotti per il soddisfacimento delle utenze più svantaggiate”.

Contemporaneamente l’azienda sta individuando e acquistando nuovi pozzi, perché è necessario attingere a nuove fonti idriche: per questo è stato predisposto un apposito piano.

I pozzi e i fiumi contaminati

Tra le nuove possibili fonti idriche, Amap ha analizzato anche i fiumi e i pozzi che attraversano la città e la provincia. Alcuni sono contaminati da reflui fognari e, per questo, l’acqua non è utilizzabile. Il caso più emblematico è quello della derivazione fluviale Oreto, che ha una capacità di 150 litri al secondo, “ma permangono le già rappresentate – scrivono i vertici Amap nella relazione consegnata alla Protezione civile – criticità connesse con gli scarichi nel fiume che impediscono la possibilità di trattamento al potabilizzatore Gabriele”. Per risolvere i problemi della contaminazione delle acque, bisognerebbe procedere con “l’adeguamento del sistema fognario dei comuni afferenti al bacino dell’Oreto”. In pratica, alcuni centri abitati riversano i reflui nel fiume.

In elenco c’è anche il Pozzo Lo Porto, per utilizzarlo è stato acquisito il giudizio di idoneità, ma è “condizionato all’allontanamento dei reflui nell’arco di 200 metri”. Il pozzo verrà acquistato e “sarà richiesta deroga alle autorità sanitarie per l’utilizzo immediato con un contestuale monitoraggio continuo della qualità delle acque”. L’acqua del pozzo sarà immessa nella rete idrica del Comune di Palermo alimentando il serbatoio “Rocca”. Amap ha inserito nella relazione anche il Pozzo De Caro e la derivazione fluviale Imera. Per entrambi è stato richiesto il “giudizio di idoneità sanitaria all’uso”. La società sta integrando la documentazione richiesta, lo scopo è quello di alimentare il potabilizzatore Gabriele, dell’Agro palermitano e l’impianto di trattamento Imera, collegato con il Nuovo Scillato.

Le misure di mitigazione

I vertici di Amap ribadiscono che senza la possibilità di prelievo da pozzi e fiumi palermitani, le misure di mitigazione “apporterebbero dei minimi benefici al sistema”. “Nel caso di persistenza delle condizioni di siccità – concludono i vertici dell’azienda – dovranno essere in atto misure straordinarie a cura degli organi di governo regionali e nazionali”.

Il nuovo dissalatore

C’è anche un’importante novità all’orizzonte. Tra circa un mese partiranno i lavori del nuovo dissalatore di Presidiana, voluto da Amap, si tratta di un appalto da 40 milioni di euro aggiudicato alla divisione Agua del gruppo spagnolo Acciona. I lavori dovrebbe essere completati entro il 2025 e garantiranno 50 mila metri cubi al giorno, sufficienti a soddisfare le esigenze di 300 mila persone, nell’area che lambisce Cefalù. In questo modo sarà possibile aiutare il sistema idrico palermitano, in cui non si contano i problemi annosi, come le perdite dell’acqua immessa nelle condutture. Ma la siccità idrica in Sicilia non coinvolge soltanto le utenze domestiche, c’è il nodo delle coltivazioni e quello degli allevamenti: gli agricoltori hanno chiesto l’abbattimento selezionato dei capi di bestiame.


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