Sicilia all'Expo |La quiete dopo la tempesta - Live Sicilia

Sicilia all’Expo |La quiete dopo la tempesta

Gli acroliti (Foto De Felici)

Un giorno all’Expo negli spazi della Sicilia, dopo le polemiche dei giorni scorsi. Live Sicilia è andata a curiosare, ripercorrendo i passi di un qualsiasi visitatore. Scoprendo che tanti problemi ancora restano.

MILANO – All’ingresso dell’Esposizione si ha di fronte un lungo viale che si estende per tutta la lunghezza della fiera, lungo il quale si alternano, uno dopo l’altro, i tantissimi padiglioni. Sono tanti i paesi da superare prima di arrivare a Piazza Italia, da cui si accede in Viale del Cardo. Qui, si snodano una serie di “piazzette” di tutte le Regioni d’Italia: piccoli spazi espositivi di poche decine di metri quadri, in cui si alternano, con cadenza settimanale, artigiani e commercianti delle varie regioni. In altre parole, sono delle piccole vetrine espositive, un biglietto da visita. Nella piazzetta della Sicilia – che è la prima vera immagine che il visitatore ha quando entra all’Expo -, questa settimana sono esposti i gioielli di Giuliana Di Franco. E all’interno del piccolo spazio dedicato si possono ammirare anchei  due Acroliti di età arcaica risalenti al V sec a. C. E se non fosse che qualcuno, preso da evidente delusione, non domanda se della Sicilia è davvero tutto lì, si rischierebbe che la prima impressione fosse anche l’ultima. Domandare, sì. Perché di cartelli o di segnaletica non c’è traccia. Questa piazzetta, in effetti, non è che un assaggio di quello che riserva la Sicilia all’Expo. Occorre proseguire lungo il Viale del Cardo, oltrepassare Palazzo Italia e, giunti alla grande fontana, girare a destra: alla ricerca del Cluster Bio-Mediterraneo.

Non troppo visibile – dicevamo – e quasi nascosta, all’interno del cluster si cela una grande piazza semicoperta che ospita quattro strutture dedicate alla distribuzione di prodotti tipici del bacino. E l’official Partner di Expo per il Cluster Bio-Mediterraneo è proprio la Regione Siciliana, a fare da capofila agli altri paesi presenti: Montenegro, San Marino, Grecia, Serbia, Malta, Libano, Egitto, Algeria e Albania.

Ad indicare l’ingresso dovrebbe esserci un chiosco giallo a forma di moto ape, proprio vicino alla grande fontana. E in effetti c’è ma è chiuso, a causa di un banale problema tecnico: manca un cavo elettrico e l’ente organizzativo di Expo tarda a consegnarlo. Una volta dentro, però, si ha l’impressione che, effettivamente, tutto ruoti attorno alla Sicilia. Dalla pasticceria “Sweet Sicily” che sforna di continuo cannoli e offre panettone di Fiasconaro , al “Sicilian Bakery” dove si può acquistare un trancio di pizza fatta con farina di Tumminia al costo di 2 euro o il pane cunzato a 4 euro. Al “Sicilian Wine Bar” è possibile invece degustare un calice di vino dei migliori vigneti nostrani a 3 euro, e infine il “Market” con tipici prodotti in vendita. C’è anche un angolo ristorazione ma non è ancora attivo, e la sua funzione resta circoscritta al supporto degli showcooking. Punto a favore del cluster è il rapporto qualità prezzo del cibo, che batte tutti gli altri padiglioni. “Abbiamo voluto mantenere i prezzi bassi perché la sicilianità non si mostra come speculazione ma come realtà etica.” Sostiene Franco Vescera presidente di Confindustria Siracusa, e coordinatore del Bakery, che continua “ci stiamo organizzando per individuare e convogliare i flussi dei visitatori proprio nel nostro cluster. L’idea è quella di fare vivere nel visitatore un viaggio agroalimentare che tocca tutte le coste bagnate dal Mediterraneo, a patire proprio dalla nostra isola”.

Grandi le potenzialità che questa spazio espositivo può dare alla Sicilia, benché la struttura architettonica potrebbe essere migliorata. Ad una prima vista, e prima di conoscere i gestori delle attività, ci si potrebbe fermare ad un giudizio apparente, a cominciare dall’arredamento lontano dai colori e dall’allegria mediterranea. “Il cluster vede la Sicilia regione capofila di un raggruppamento di paesi dell’aerea mediterranea” afferma Leonardo Catagnano, dirigente regionale. “È senz’altro una vetrina che ricade sull’immagine e che può riflettersi sulla scelta turistica”.

I problemi a cui faceva riferimento lo stesso dirigente Dario Cartabellotta, già dall’inaugurazione, continuano ad essere presenti: oltre ai prospetti esterni che riportino l’identificazione e la segnaletica del Cluster, manca una copertura nella zona palco, utile al fine di evitare che le attrezzature di servizio vengano bagnate da eventuali piogge. Problemi che, a un mese dall’apertura e considerati i tre milioni di euro di risorse investiti dalla Regione, non sembrano giustificabili.

 


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