L'emergenza idrica in Sicilia: Ancipa, l'immensa diga è quasi vuota FOTO

L’emergenza idrica in Sicilia: Ancipa, l’immensa diga è quasi vuota FOTO

Comuni in ginocchio con pesanti turnazioni. L'invaso a secco

ENNA – Mai come adesso in 70 anni, neanche durante la crisi idrica del 2006. La diga Ancipa, una delle più importanti in Sicilia, è praticamente vuota. A gestirla è l’Enel, gli impianti idroelettrici sono fermi da un anno, ma “l’utilizzatore” è Siciliacque.

A valle del grande invaso ci sono Comuni in grande difficoltà. E le foto parlano chiaro.

Ancipa, la diga è vuota

Circa 400 mila abitanti si contendono le ultime decine di migliaia di metri cubi d’acqua disponibili, con i pesci che boccheggiano. Ma potenzialmente, la grande rete che si collega con l’Ancipa, arriva fino al dissalatore di Gela, motivo per cui l’invaso è stato reso in grado di alimentare le forniture idriche di più province.

Ai piani alti dei dipartimenti regionali, hanno registrato un dato, sull’Ancipa, che non ha precedenti: “Quota s.l.m. invaso 913,00 – comunicano a LiveSicilia – volume invasato 2.016.076,70; Volume utile 16.076,70”.

In pratica, a fronte di una capienza di 50 milioni di metri cubi d’acqua, sarebbero disponibili soltanto 16 mila metri cubi, una quantità quasi irrilevante per le forniture domestiche. I restanti due milioni servono per far sopravvivere i pesci presenti.

Enel non si sbilancia con cifre ufficiali, ma sottolinea che “l’unico utilizzatore dell’acqua dell’invaso è Siciliacque”.
“Anche in relazione all’apporto delle recenti piogge – continua Enel – presto l’invaso potrebbe raggiungere, comunque, il livello indicato dall’associazione a cui è stata assegnato incarico di stabilire il volume minino d’acqua necessario per la salvaguardia della fauna ittica”.

Il cuore della diga Ancipa, manca l’acqua

I pesci boccheggiano

In assenza di piogge consistenti, scatterà il monitoraggio dell’ossigenazione dei pesci dell’Ancipa: la loro moria provocherebbe l’inutilizzabilità della poca acqua rimasta oltre a un danno ambientale notevole.

Per evitare problemi, “Siciliacque – sostiene Enel – avrà l’onere di provvedere allo spostamento della fauna ittica in altro idoneo bacino”. I pesci dovrebbero essere trasferiti nel lago di Lentini.

Diga Ancipa, il volume d’acqua riservato ai pesci, a monte l’invaso è completamente vuoto

Comuni in ginocchio

L’Ancipa riforniva numerosi Comuni dell’Ennese, ma 12 su 20 sono dotati di pozzi che consentono di essere maggiormente indipendenti dalla diga: Aidone, Barrafranca, Nissoria, Piazza Armerina, Pietraperzia, Valguarnera, Villarosa, Catenanuova, Centuripe, Leonforte e Regalbuto, come ha fatto sapere il presidente dell’Ati Acqua Nino Cammarata.

Tra i centri danneggiati c’è anche Troina, guidata nel passato dal sindaco Fabio Venezia, attualmente deputato regionale del Pd, che non si dà pace: “Stiamo assistendo a un paradosso, la provincia di Enna è la provincia delle dighe, da Ancipa a Pozzillo, Sciaguana, Villarosa e siamo una delle province maggiormente colpite dalla siccità, prima per il comparto agricolto, adesso per le forniture ai cittadini”.

Alcuni Comuni che dipendono dall’Ancipa ricevono l’acqua ogni 7 giorni, “Troina, Cerami, Gagliano, Nicosia, Sperlinga, Enna e Calascibetta”, sottolinea Venezia.

Proprio a Enna è scattata l’inchiesta della Procura, spinta anche dalle denunce dei residenti: nel mirino guasti e turnazioni.

Il fronte delle perdite

Le condutture che si diramano dall’Ancipa perdono circa 90 litri al secondo, “questo lo denunciamo da mesi – tuona Venezia – con questa portata si potrebbe approvviggionare una popolazione di 70/80 mila abitanti. Si sono persi in questi mesi circa 2 milioni di metri cubi dall’Ancipa”.

Le perdite confermano, secondo il deputato regionale, che “la siccità ha messo a nudo una serie di fragilità del sistema idrico regionale. Bisogna mettere in campo interventi straordinari di approvvigionamento e mettere in campo laddove non ci sono pozzi un sistema emergenziale di trasporto di acqua”.

“La cabina di regia è consapevole – conclude il deputato regionale – ma a livello politico non c’è consapevolezza”.

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