Con la firma del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il decreto della “pace fiscale” è diventato realtà. Un “mini condono”, come lo hanno definito molti osservatori, che è riuscito (alla fine) a mettere d’accordo la Lega e il Movimento 5 stelle, dopo le fibrillazioni di giovedì scorso. Ecco cosa comporta.
Stralcio e saldo. Come già previsto nella prima bozza del testo, verranno stralciate le cartelle non pagate a Equitalia, di importo inferiore ai mille euro, ricevute fra il 2000 e il 2010. Rientrano nel provvedimento anche bolli auto e multe. Discorso diverso per le altre cartelle non riscosse: per chi è in difficoltà economiche, nell’ambito del ravvedimento operoso, vengono istituite tre aliquote sul debito totale, del 6%, del 10% e del 25%, stabilite dall’Isee. Secondo quanto chiarito dal sottosegretario alle Infrastrutture, il leghista Armando Siri, quest’ultima misura – ancora in stato embrionale – verrà sviluppata completamente durante il percorso parlamentare della manovra finanziaria.
Rateizzazione (o rottamazione ter). Per i debiti che non rientrano nei precedenti parametri, la cartella potrà essere rateizzata per cinque anni, in venti rate trimestrali, senza incorrere in interessi e sanzioni. Per chi ha già aderito alle precedenti forme di rateizzazione, sarà possibile usufruire di questa nuova misura a partire dal 2019, continuando a seguire il sistema già in vigore, soltanto per le rate del 2018.
Dichiarazione integrativa. Arriva la possibilità di”condonare” gli importi celati al fisco negli ultimi cinque anni. Potranno usufruire dell’agevolazione soltanto coloro che hanno comunque presentato una dichiarazione dei redditi e l’integrazione non dovrà aumentare il tetto del reddito dichiarato di oltre il 30%. Il limite all’integrazione è fissato a 100mila euro. Sui redditi emersi, la tassa da pagare sarà pari al 20% degli stessi. Salta il discusso “scudo fiscale” per chi fa riciclaggio o autoriciclaggio. Non potranno essere “scudate” nemmeno le due imposte che si versano sugli immobili e sui capitali tenuti all’estero.
Liti fiscali. I contenziosi tra cittadini e fisco potranno essere risolti senza sanzioni né interessi. In caso di vittoria in primo grado, i contribuenti saranno tenuti a pagare solo il 50% della cifra non dichiarata. La soglia si abbassa al 20% e si spalma su 5 anni, qualora la vittoria arrivasse in secondo grado.
Sanatoria flash. L’ultima misura riguarda i cittadini che, a seguito di un controllo, hanno ricevuto verbali di contestazione, avvisi di accertamento, di rettifica e di liquidazione. Per loro, sarà possibile sanare il debito senza interessi, presentando la dichiarazione entro trenta giorni dall’entrata in vigore del decreto.