PALERMO – La Sicilia ha numeri da zona gialla. Venerdì, se venisse confermata la tendenza degli ultimi giorni, la cabina di regia nazionale sancirà l’abbandono della zona arancione.
I numeri erano migliorati già la scorsa settimana, ma per passare alla fascia di rischio inferiore servono almeno due settimane di fila di permanenza sotto le soglie fissate.
Sicilia, numeri da zona gialla
Resta sopra soglia l’incidenza settimanale dei casi. Nei reparti ordinari la percentuali dei posti letto occupati da pazienti con Covid-19 in Sicilia è al 37%, sette punti percentuali sopra il tetto massimo. Ed è il dato che preccupa di più, visto che conferma lo stato di difficoltà attraversato dagli ospedali siciliani. la pressione permane.
Per quanto riguarda le terapie intensive l’occupazione è al 15%, a fronte di una soglia del 20 per cento. Entrambi i dati sono in calo rispetto a sette giorni fa. La colorazione cambia solo se tutti e tre i parametri vengono superati.
Sulla base del report della cabina di regia dell’Istituto superiore di sanità, che si era riunita la scorsa settimana, l’indice di saturazione delle Rianimazioni era al 16,7, mentre nei reaprti ordinari Covid era al 38,3 per cento. Il prossimo appuntamento per decidere le nuove colorazioni è fissato per martedì.
I dati nazionali dei reparti ordinari
Questo il quadro nazionale forntio da Agensa. Nei reparti ordinari la percentuale dei posti letto occupati da pazienti con Covid-19 risale al 29% (+1%) e, in 24 ore, aumenta anche in 8 regioni e province autonome: Calabria (al 35%), Friuli Venezia Giulia (38%), Lazio (33%), Liguria (38%), Molise (con +3% arriva a 26%), PA Bolzano (28%), PA Trento (30%), Piemonte (29%).
La percentuale cala in Abruzzo (37%), Lombardia (24%), Valle d’Aosta (30%). Stabile, invece, in Basilicata (26%), Campania (30%), Emilia Romagna (27%), Marche (32%), Puglia (26%), Sardegna (23%), Sicilia (37%),
Toscana (26%), Umbria (33%), Veneto (23%).
Le terapie intensive
Resta al 15%, in Italia, la percentuale di terapie intensive occupate. In 24 ore, però, cala in 8 regioni: Calabria (al 12%), Friuli Venezia Giulia (23%), Lombardia (11%), Marche (20%), PA Bolzano (11%), PA Trento (con -3% scende al 23%), Piemonte (15%) e Sardegna (15%). Cresce, invece, in Basilicata (5%), Toscana (18%), Umbria (10%).
Il valore è stabile in Abruzzo (19%), Campania (10%), Emilia Romagna (16%), Lazio (21%), Liguria (15%), Molise (8%), Puglia (14%), Sicilia (15%), Val d’Aosta (9%), Veneto (14%).