Sicilia, Natale con i tuoi: ma non invitare lo zio no vax...

Sicilia, Natale con i tuoi: ma non invitare lo zio no vax…

Chi invitare? Quanti devono essere i commensali? E i nonni? Le regole del buonsenso (e degli esperti).

Dilemma, che può sembrare leggero, rispetto alla tragedia che stiamo vivendo, eppure ha un importante peso familiare. Inviti del pranzo di Natale o del cenone. C’è un parente – poniamo caso uno zio – non vaccinato, o, ancora peggio, no vax. Uno che pensa che il vaccino sia un sortilegio diabolico, meritevole di un esorcismo, perché vive in un suo personale Medioevo. Dunque, che fare? Si invita o non si invita? Non si invita, dice l’esperto, per una mera questione di prudenza e a garanzia di tutti. E, in ogni caso, ci vuole cautela, anche fra i vaccinati. Perché i vaccinati sono ottimamente coperti dai sintomi gravi, e in buona misura dal contagio, tuttavia il virus può circolare. Ed è meglio non farlo circolare.

Il professore Nino Cartabellotta, siciliano, anima della Fondazione Gimbe, sui social è stato lapalissiano: “A Natale grande tavolata solo se parentela tutta vaccinata”. Come per dire: stiamo attenti e non facciamo sciocchezze, perché il pericolo è dietro l’angolo. Sul punto appare tranchant il commissario anti-Covid Renato Costa: Continuiamo a raccomandare prudenza per Natale, anche tra i vaccinati, perché il virus può circolare, seppure in maniera minore. Evitiamo, pure tra chi è immunizzato, le tavolate di venti persone. L’intelligenza deve aiutare i comportamenti di tutti. L’anno scorso abbiamo fatto il cenone in due? Quest’anno non andiamo oltre gli otto commensali, areando i locali e utilizzando le mascherine. Sono i nostri comportamenti a determinare l’andamento della pandemia”.

“Dobbiamo vedere quali saranno le regole – dice il professore Antonio Cascio, infettivologo -. Al momento possiamo invocare il buonsenso in poche mosse: invitare parenti vaccinati, tenere gli anziani e i fragili un po’ più riparati, anche se sono immunizzati, evitare baci e abbracci perché è meglio contenersi, se possibile, fare, specialmente per i più fragili, un dosaggio degli anticorpi. Io sono ottimista, specialmente con la terza dose la protezione vaccinale c’è. Ma ci sono persone che possono essere più esposte”.

Natale con i tuoi, verrebbe da parafrasare, purché siano vaccinati. E lo zio ipoteticamente no vax? Forse il pranzo del 25 dicembre può essere un’occasione per indurlo a proteggersi e a proteggere gli altri. In fondo si sa che, almeno in quel giorno dell’anno, dovremmo sforzarci di essere tutti più buoni. E più intelligenti.


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