PALERMO – Un percorso comune in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Nicola D’Agostino, capogruppo di Italia Viva- Sicilia Futura all’Ars spiega così il senso dell’operazione Nazareno 3.0 andata in porto a Sala D’Ercole la scorsa settimana. E sul modello di gioco vincente da applicare in vista delle amministrative di Palermo traccia un identikit: una coalizione ampia guidata da un candidato di ispirazione centrista. D’Agostino non si sbilancia invece sulla corsa alla guida della Regione e aspetta le evoluzioni del quadro nazionale che potrebbero riservare non poche sorprese.
Onorevole, rompiamo il ghiaccio. Qual è il senso dell’operazione dei gruppi “fratelli” di Forza Italia e Sicilia Futura all’Ars?
Lo abbiamo chiarito nel comunicato stampa congiunto con il collega Calderone di Forza Italia. I due gruppi parlamentari iniziano una collaborazione su temi e obiettivi condivisi. Siamo d’accordo pure affinché si avvii un processo di integrazione che ci veda condividere future azioni politiche, soprattutto le amministrative e le regionali del prossimo anno. Compreso il fatto che ci si ritrovi candidati nella stessa lista.
Come risponde a chi dice che è solo un modo per rendere indolore per i renziani il vostro passaggio in Forza Italia?
Non ne capisco il senso. È un percorso politico chiaro e trasparente. A qualcuno non piace e prova a mettere zizzania. Nulla di nuovo
Restate all’opposizione di Musumeci?
Lo abbiamo già chiarito nel comunicato. Rimaniamo all’opposizione e continuerà ad essere costruttiva e responsabile, come lo è da quattro anni.
Andrete al vertice del centrodestra previsto per lunedì?
Nello spirito dell’accordo sottoscritto, sarà Micciché a rappresentare una linea comune
Secondo lei qual è lo schema di gioco vincente per le amministrative palermitane?
Una coalizione forte ed autorevole che si riconosca in un candidato sindaco moderato e di estrazione centrista che aiuti Palermo a rialzarsi e a trovare la strada per il riscatto e la modernità. Serve ampia convergenza su una figura carismatica, in quel caso ci saremo e non ne faremo una questione di blocchi contrapposti
E per le regionali?
Per le regionali mi pare ancora troppo presto. Ma se l’idea su Palermo funziona e nel frattempo a Roma si definisce lo schema politico per il futuro con Draghi ricandidato presidente del consiglio, avremmo un quadro in cui tutto è ipotizzabile