Sicilia e-Servizi, un sistema di scatole cinesi dietro il quale ruotano milioni di euro: è questa la denuncia che arriva dai parlamentari regionali del Pdl “ufficiale”, che hanno annunciato questa mattina di voler presentare un esposto alla Procura di Torino per far luce sulle zone d’ombra della vicenda. Per capire di cosa si tratta bisogna dare uno sguardo al recente passato, per l’esattezza a metà febbraio, quando tutti i deputati del Pdl all’Ars presentarono un’interrogazione parlamentare per chiedere “notizie in ordine al piano di informatizzazione della Regione, con particolare riferimento – si legge nell’interrogazione – agli affidamenti alla società Sicilia e-servizi Spa”. La richiesta del Pdl era, in sostanza, in merito ai fondi erogati alla società in questione e ad altre società ad essa collegate, dietro cui sembrerebbero esserci parenti e amici di politici, per quanto il Pdl preferisca lasciarlo intendere senza citarne nessuno. Dalla data di presentazione dell’interrogazione non si è più parlato della vicenda, fino allo scorso lunedì, quando la stessa società chiamata in causa, Sicilia e-Servizi, ha dato la sua versione dei fatti a mezzo stampa, tramite un articolo apparso su un quotidiano online. Ed ecco tornare all’attacco il Pdl, che questa mattina ha chiamato a raccolta la stampa per chiarire ulteriormente la propria posizione: “Abbiamo fondati dubbi sulla congruità dei progetti assegnati alla società “Sicilia e Servizi” – dice il deputato Fabio Mancuso – e, in particolare, quelli del dicembre 2009 che ammontano a 78 milioni di euro”. Secondo la denuncia del deputato pidielino, piuttosto che quasi 80 milioni, sarebbe bastato che la Regione erogasse appena 6 milioni. E tornano le scatole cinesi: “Si tratta – dice Salvino Caputo (nella foto) – di una vessazione di denaro pubblico senza precedenti, oltre all’esposto alla Procura della Repubblica, chiederemo anche l’istituzione di una commissione parlamentare d’inchiesta”.
“I dubbi – chiarisce di nuovo Mancuso – riguardano, nello specifico, le attività svolte dal Coordinamento dei servizi informatici regionali, la predisposizione dei progetti di massima, l’affidamento diretto alla Sicilia e Servizi. L’arroganza delle risposte date attraverso un quotidiano on line dal dottor Sajeva, hanno trasformato i dubbi in sospetti. È fuor di dubbio che, per esempio, solo per l’informatizzazione dei Beni culturali e ambientali – conclude Mancuso – la Regione spenda circa 20milioni di euro: cifra non solo esorbitante ma anche incongrua rispetto ai primissimi accertamenti svolti dal nostro Gruppo parlamentare”.