Partito Democratico, parla Mirello Crisafulli

“In Sicilia un Pd di inconcludenti: un partito stretto nel campo largo”

Mirello Crisafulli, l'irriducibile 'compagno' di Enna, non le manda a dire

Che aria tira a Enna?
“C’è fresco, così è”.

Nel Pd siciliano la temperatura è ancora calda, stanno facendo ricorso di secondo grado contro Barbagallo
“È giusto che facciano rispettare il loro punto di vista. Il congresso è stato organizzato e gestito con un prodotto che sarebbe stato meglio non determinare, avrebbero dovuto pensarci prima ed evitare questa conclusione triste. Il risultato è un partito di inconcludenti”.

Mirello Crisafulli è arroccato nella sua Enna, l’autunno lì arriva sempre in anticipo. E lui, irriducibile “compagno” da una vita, il responso del congresso democratico se l’è legato al dito. Non è il solo. Ci sono anche le questioni che riguardano il centrosinistra e l’alternativa a Schifani. Ma prima, bisogna guardare nella propria ‘casa’.

Non si salva nessuno?
“Quelli che si sentono legittimati sono inconcludenti, non possono concludere niente. Mi pare una forzatura, quella fatta, non supportata dallo statuto. Credo che la segreteria nazionale debba intervenire subito, per evitare che si determini una situazione di irreversibilità”.

E il ‘Campo largo’?
“Non si può fare un campo largo con un partito stretto. Né è possibile fare finta che non sia successo niente. Bisogna rimettere in moto il meccanismo congressuale. Bisogna non dare per scontata la chiusura sbagliata di un congresso illegittimo”.

Il Pd nel frattempo dovrebbe creare l’alternativa a Schifani
“Un partito che si pone il problema di creare un’alternativa deve guardare all’unità dei propri aderenti, se si fanno forzature, vuol dire non costruire il futuro, un’alternativa e uno schieramento credibile”.

Lei ha parlato con i vertici nazionali della situazione siciliana?
“No, ho motivo di dire quello che penso nelle sedi opportune, lo ho fatto nella direzione regionale, la segretaria nazionale, adesso che ha un po’ di tempo, potrebbe mettere mano sulla vicenda disastrosa della Sicilia. Come dice Cracolici, siamo un partito di separarti in casa, la definizione è giusta”.

Che fine fanno, in questo meccanismo, i temi dell’azione politica?
“Non fanno l’inizio, né la fine. Quando a eleggere un segretario è meno della metà degli aventi diritto, pensi che possano esserci temi da portare avanti? Non c’è credibilità, al di là delle singole possibili iniziative che possono essere fatte. Manca l’azione coordinata di un partito, su tutti i temi, a comininciare dalla sanità”.

Come si esce dal guado?
“La segreteria nazionale deve intervenire subito, prima della commissione nazionale di garanzia, è probabile anche il ricorso in tribunale, sarebbe ridicolo un partito che per governare se stesso debba andare dai giudici e avere la pretesa di governare la Sicilia e l’Italia”.

Un messaggio a Anthony Barbagallo?
“Non ha bisogno di messaggi, Sa cosa deve fare per mettere il partito in condizione di tornare a essere compatto”

Quali sono le priorità della Sicilia?
“C’è un problema che riguarda la sanità, uno che riguarda il lavoro, bisogna costruire una Sicilia moderna, con innovazione verso le infrastrutture, anche quelle minute, la viabilità nei territori provinciali, l’acqua che manca, la spazzatura che continua ad accumularsi. La Sicilia non può avere questa fotografia, noi dobbiamo costruire ora la terra che possa diventare un polo di richiamo e un ponte per tutto il Mediterraneo. La Torre la definiva una ‘terra di pace'”.

E invece nel Pd si continua a litigare
“Essendo separati in casa manco ci incontriamo, così non è un partito, è una aggregazione di disperati”.

Forse è meglio il fresco di Enna?
“Essendo a un’altezza consistente, il capoluogo più alto di Italia, abbiamo una visione più lungimirante nelle vicende politiche”

L’università che fine ha fatto?
“Nuovi iscritti, primi di Natale faremo l’inaugurazione del Campus universitario a Pergusa. L’università funziona e va alla grande, al contrario del Pd in Sicilia”.


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