PALERMO – Sulla carta è rottura tra opposizioni e governo ma la porta del dialogo resta aperta. L’ok alla manovra quater in commissione Bilancio all’Assemblea regionale siciliana è arrivato in un clima di scontro tra il tandem Pd-M5s e l’Esecutivo ma il tempo per ricucire lo strappo creatosi sugli emendamenti territoriali (le cosiddette ‘mance’) c’è.
L’Aventino di Pd e Movimento 5 stelle
Sabato mattina, quando Sala d’Ercole incardinerà la manovra, i toni potrebbero essere più distesi rispetto a quelli registrati nella notte tra mercoledì e giovedì al piano parlamentare di Palazzo dei Normanni. Partito democratico e Movimento cinque stelle hanno abbandonato i lavori della commissione Bilancio in polemica con l’assessore all’Economia Alessandro Dagnino, lasciando che fosse la maggioranza ad approvare il testo finale.
Per tutta la giornata di mercoledì andamento dei lavori altalenante, con qualche screzio e diversi emendamenti dell’opposizione bocciati. Uno scenario previsto, con Pd e M5s che riuscivano comunque a portare a casa qualche proposta (fondi per libri, zootecnia e Centri anti violenza).
Manovra, scontro sugli emendamenti territoriali
Lo scontro si è acceso quando la commissione ha aperto il file degli emendamenti territoriali: piccoli interventi infrastrutturali cari ai deputati per i propri collegi di riferimento, finanziabili con un tesoretto di circa 33 milioni di euro. Ciascun deputato di maggioranza e opposizione aveva depositato i propri desiderata ma in piena notte Pd e Movimento cinque stelle hanno cambiato strategia: non più una discussione su ogni singolo emendamento firmato ma la proposta di un fondo unico da destinare a tutti i 391 comuni siciliani per realizzare piccole opere infrastrutturali.
A quel punto, senza gli emendamenti di Pd e M5s che da soli valevano cinque milioni di euro, restavano in campo soltanto le proposte del centrodestra. Governo e maggioranza si sono trovati di fronte alla necessità di rispondere alla mossa delle opposizioni e così Dagnino ha proposto un sub-emendamento per assegnare i cinque milioni residui a tutti i Comuni che sarebbero rimasti fuori dall’assegnazione dei fondi tramite emendamenti ad hoc. Un modo per riequilibrare la bilancia tra quei Comuni che possono godere di uno sponsor politico all’Ars e quelli che non hanno alcun deputato di riferimento.

Di Paola: “Stessi diritti per tutti i Comuni”
Una soluzione che non è piaciuta comunque al Partito democratico e al Movimento cinque stelle, che hanno abbandonato i lavori della commissione. “Non è possibile che per questo governo e per questa maggioranza in Sicilia ci siano comuni che ricevono fondi e altri comuni esclusi – è stato il pensiero espresso dal coordinatore regionale M5s Nuccio Di Paola via social in piena notte -. I comuni siciliani devono avere tutti gli stessi diritti”.
Giambona: “Governo arrogante”
Parole riprese anche dal vice capogruppo del Pd a Sala d’Ercole, Mario Giambona: “Giorni e giorni di lavoro sono stati messi in discussione da un atteggiamento arrogante e presuntuoso – ha affermato il Dem -. Il governo ha anteposto la logica dello scontro politico agli interessi reali della Sicilia e dei suoi Comuni. Da Dagnino una risposta provocatoria e pretestuosa, una controproposta irricevibile”.
La soluzione per i Comuni rimasti fuori
La manovra alla fine è stata approvata dalla maggioranza con gli emendamenti territoriali del centrodestra che valgono 29,3 milioni di euro: lo spazio economico per accontentare gli altri Comuni è rimasto intatto. Nessuna forzatura in assenza delle opposizioni, per una forma di garbo istituzionale. Il governo ha messo comunque a verbale l’intenzione di dare possibilità a quei Comuni che non otterranno finanziamenti ad hoc di accedere comunque fondi per piccoli interventi infrastrutturali. Arriverà un emendamento del governo direttamente in Aula.

Dagnino: “Troveremo l’intesa anche in Aula”
“Nessuna voglia di andare allo scontro – ribadisce Dagnino -, sono certo che in Aula troveremo ancora una volta la sintesi giusta. La manovra? Sono molto soddisfatto per il via libera a tutte le misure proposte dal governo. Il mio ‘grazie’ va al governatore Schifani e al presidente della commissione Dario Daidone, ma anche alla maggioranza che è stata compatta”.
Dagnino guarda a sabato: “Adesso ci aspetta l’Aula. Mi auguro che le opposizioni mantengano lo stesso atteggiamento non ostruzionistico dimostrato in commissione, al di là di qualche singolo episodio. La manovra guarda ancora una volta al sociale e alle imprese con misure importanti come l’aumento dei fondi per la disabilità e la solidarietà, ma anche con proposte innovative come quella del south-working”.

