Amministrative: otto partite saranno decise ai tempi supplementari. Quattro sfide classiche (centrodestra vs centrosinistra) e quattro contese intestine allo schieramento conservatore si giocheranno tra due settimane e consentiranno di arricchire il quadro dello stato dell’arte della politica siciliana. Ma andiamo con ordine. A Vittoria, comune più popoloso tra quelli al voto, il centrosinistra in versione classica (Pd e sinistra) sfiora di un soffio l’affermazione al primo turno. Francesco Aiello si ferma al 38,64%. Alle sue spalle si piazza il candidato di FdI, Lega e Diventerà Bellissima con una percentuale del 29,50%.
A San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, la coalizione giallorossa (con il Pd che si afferma come primo partito cittadino) a sostegno di Gioacchino Comparato, complice la divisione del centrodestra locale, stacca il ticket per il ballottaggio ottenendo il 24,85%. Sul secondo gradino del podio si piazza Claudio Vassallo, sostenuto da Lega e FdI, candidato molto vicino al deputato del Carroccio Alessandro Pagano che a San Cataldo detiene la sua storica roccaforte. Restano fuori invece il candidato sostenuto da Foza Italia (uno dei partiti più votati) e Dc sul quale aveva scommesso un altro signore delle preferenze del centro Sicilia: il deputato azzurro Michele Mancuso (uno degli uomini più vicini al coordinatore Gianfranco Miccichè).
Un’altra piazza che consegna un secondo tempo classico è quella di Favara, la città del capogruppo pentastellato all’Ars Giovanni Di Caro. La coalizione di centrosinistra guidata da Antonio Palumbo se la vedrà con la corazzata del centrodestra che vede insieme, tra gli altri, FdI e Diventerà Bellissima. Qui il movimento del presidente, come nel resto dell’agrigentino, ottiene percentuali di lista molto alte (complice la presenza della deputata Giusi Saverino). Grillini (in corsa dentro una civica che non supera lo sbarramento) e dem anche qui approfittano delle divisioni intestine al centrodestra. Fuori dai giochi la coalizione che vedeva insieme Lega, Forza Italia e Dc (che nella provincia di Salvatore Cuffaro ottiene un grande risultato vicino al 10%). Negli altri due comuni agrigentini che vanno al ballottaggio, Canicattì e Porto Empedocle, invece, le sfide sono tutte interne al centrodestra. Vincenzo Corbo sostenuto da due civiche (una riconducibile all’autonomista Roberto Di Mauro che ottiene il 14%, l’altra al candidato con dentro anche uomini e donne di Db) ottiene il 35,82% e se la giocherà a Canicattì con Cesare Sciabarrà sostenuto da FdI e Onda (creatura del neoleghista Pullara che prende il 7%).
Fondamentali saranno gli apparentamenti in quel di Porto Empedocle: al ballottaggio vanno il candidato di Forza Italia (che qui ha percentuali bulgare17,66%) e Calogero Martello e Salvatore Iacono (vicino all’autonomista Roberto Di Mauro). Sul versante catanese si profila un’altra sfida interna al centrodestra. Il secondo turno ad Adrano vedrà duellare Carmelo Pellegriti (che non vince per un pelo al primo turno), (vicino al deputato regionale Giovanni Bulla), sostenuto da Udc, FdI e dal quadrifoglio di Luca Sammartino (simbolo che pare avere portato fortuna al neoleghista che arriva primo in città con oltre l’14% dei voti di lista), e l’autonomista Fabio Mancuso (vicinissimo a Raffaele Lombardo). Uno spaccato che racconta molto dei rapporti di forza interni al centrodestra catanese. Lotta intestina al centrodestra in scena anche a Rosolini: Giovanni Spadola e Tino Di Rosolini si contenderanno la fascia tricolore all’ultimo voto. Last bus not least: Lentini. Un palcoscenico anomalo che vede l’uscente renziano Saverio Bosco, sostenuto da civiche piene di esponenti vicini a Luca Sammartino e Giovanni Cafeo, giocarsela con i giallorossi guidati da Rosario Lo Faro.