Era scritto lassù – i primi sommessi mugugni in maggioranza si erano sentiti subito – che la montagna di milioni in arrivo, quasi ottocento, con il Pnrr per la Sanità suscitassero, alla voce criteri organizzativi e composizione del team, malumori e, a stretto giro, richieste di chiarimenti e correttivi. Era scritto lassù, come amava dire Diderot, che non andasse bene a molti; e però sta scritta quaggiù, per esempio, la lettera che la deputata leghista Marianna Caronia ha subito indirizzato al presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè per il “mancato coinvolgimento”, nell’indirizzare almeno 550 di quegli 800 milioni, “degli stakeholders politici e tecnici, dei territori e degli Enti locali. Spicca certamente l’assoluto e grave mancato coinvolgimento dell’Assemblea Regionale Siciliana”. Così scrive la deputata, ma andiamo con ordine, nella certezza che il primo colpo nella battaglia della scelta delle sedi delle nuove strutture ospedaliere e di assistenza intermedia, è già risuonato. È pronto e sfornato, con data 14 gennaio, il decreto assessoriale che fissa direttive e dà incarichi, con la formazione di una squadra che dà ampio margine di manovra al Cefpas di Caltanissetta, sorretto naturalmente dagli uffici dell’assessorato guidato da Ruggero Razza.
La task force della discordia
Che la montagna (di milioni) possa alla fine sfornare il topolino, è il timore espresso nella missiva a Miccichè. A leggere il decreto, all’articolo 1 viene istituito “presso il Dipartimento Pianificazione Strategica, un Gruppo di lavoro composto da professionalità del Cefpas di Caltanissetta e da professionalità multidisciplinari del Dipartimento, per promuovere le soluzioni tecniche/amministrative per l’attuazione degli investimenti e per intraprendere in team le iniziative propositive necessarie per l’attuazione dei risultati prefissati e per la risoluzione delle eventuali criticità che dovessero insorgere in corso d’opera, attraverso il coordinamento degli aspetti operativi, la diffusione di direttive univoche agli Enti sanitari del Sistema sanitario regionale e l’espletamento di sopralluoghi in loco per la verifica degli avanzamenti dei Piani aziendali”. L’articolo 2 fa i nomi: accanto al dirigente generale del Dipartimento Pianificazione strategica, in qualità di coordinatore del Gruppo, sono chiamati “Massimiliano Maisano, in qualità di Referente regionale per l’attuazione delle linee di investimento del Pnrr che saranno indicate nel Contratto Istituzione di Sviluppo (Cis), che assume anche l’incarico di vice coordinatore”. Notabene: il Contratto interistituzionale con lo Stato andrà firmato entro il 30 giugno.
I componenti: il dirigente responsabile dell’Area 2 “Controllo di gestione del Servizio sanitario regionale”; il dirigente responsabile dell’Area interdipartimentale 2 “Programmazione sanitaria regionale”; il dirigente responsabile dell’Area interdipartimentale 4 “Sistemi informativi – Statistica – Monitoraggi” del DPS; il dirigente responsabile del Servizio 1 “Personale del S.S.R. dipendente e convenzionato”; il dirigente responsabile del Servizio 3 “Gestione degli investimenti”; il dirigente responsabile del Servizio 4 “Programmazione ospedaliera; il dirigente responsabile del Servizio 5 “Economico finanziario”; il dirigente responsabile del Servizio 6 “Emergenza urgenza sanitaria – Isole minori ed aree disagiate; il dirigente responsabile del Servizio 8 “Programmazione territoriale”; il dirigente responsabile dell’UOB S8.1 “Organizzazione strutture e servizi distrettuali”; il dirigente responsabile del Servizio 9 Tutela della fragilitaà – Area integrazione socio-sanitaria.A loro sono aggiunti Roberto Sanfilippo, direttore generale del Cefpas, o un proprio delegato; Emanuele Di Paola, responsabile di P. O. dell’Area 2 “Controllo di gestione del SSR” per le verifiche in corso d’opera, attraverso accertamenti ispettivi. Infine, uomini e donne degli appaltatori: “Il Gruppo di lavoro sarà supportato dalle figure professionali che saranno messe a disposizione dall’Operatore economico aggiudicatario della procedura di gara in corso di svolgimento per l’acquisizione di “Servizi di consulenza direzionale per il consolidamento e l’evoluzione del Modello di Monitoraggio e del Controllo di gestione del Sistema sanitario siciliano e per il supporto alla programmazione sanitaria regionale”.
Ecco dove andranno i fondi
Il decreto assessoriale ribadisce e precisa le linee di investimento che il “soggetto attuatore”, cioè la Regione, dovrà coprire, con i 796 milioni 573 mila 463 euro e 33 centesimi che saranno trasferiti e che collocano la Sicilia al terzo posto fra le Regioni beneficate, dopo Lombardia e Campania, e davanti al Lazio. Lo studio Agenas trasfuso nel decreto del ministro Roberto Speranza pone l’accento sul potenziamento dell’assistenza domiciliare e dell’assistenza intermedia, che agirà sulle nuove Case della comunità, sugli Ospedali di prossimità, strutture snelle anti-congestione, di collegamento tra l’assistenza fra le mura domestiche e il ricovero vero e proprio; e sulle Centrali operative territoriali, incaricate di gestire il “traffico” fra i diversi tipi di assistenza, chiamare il 118, organizzare in concreto gli interventi terapeutici.
Per l’Ammodernamento tecnologico degli ospedali, è prevista l’assegnazione della somma complessiva di oltre 254 milioni, di cui quasi 14 per la “Digitalizzazione DEA di I e II livello” e quasi 115 per le “Grandi apparecchiature, i cui relativi Piani operativi regionali sono stati già trasmessi al Ministero della Salute”.
Alla voce Casa come primo luogo di cura, assistenza domiciliare e telemedicina è stata assegnata una cifra che sfiora i 17 milioni di euuro, per la realizzazione di 49 Centrali operative territoriali – una ogni 100 mila abitanti – di cui quasi 8,5 per l’infrastruttura delle Cot, 3,5 per la “Interconnessione aziendale” e 4,7 per i “Devices” e il cui elenco regionale è stato appena trasmesso al Ministero, attraverso una piattaforma di Agenas.
Terzo punto, Case della comunità e presa in carico della persona:quasi 217 milioni per la realizzazione di 146 “Case della Comunità”. Quarto, Rafforzamento dell’assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture (Ospedali di Comunità):93,5 milioni circa per la realizzazione di 39 “Ospedali della Comunità.
AlRafforzamento dell’infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta, l’elaborazione, l’analisi dei dati e la simulazione assegnati poco meno di tre milioni di euro per la “Adozione da parte della Regione di 4 nuovi flussi informativi nazionali: Consultori di Famiglia, Ospedali di Comunità, Servizi di Riabilitazione Territoriale e Servizi di Cure Primarie”.
Capitolo formazione: allo Sviluppo delle competenze tecnico-professionali, digitali e manageriali del personale del sistema sanitario, andranno 7,5 milioni per il “Corso di formazione in infezioni ospedaliere” da destinare a 27.531 dipendenti.
Adeguamenti antismici: Verso un nuovo ospedale sicuro e sostenibilesi vedrà assegnare quasi 202 milioni di euro di cui 61,6 con risorse Pnrr e 139,8 milioni con risorse Pnc (Piano nazionale complementare), per il miglioramento dal punto di vista antisismico degli ospedali individuati nel 2020.
“Miccichè convochi l’Ars”
Sul fronte politico, la prima a dire la propria è Marianna Caronia: “È evidente – scrive la parlamentare a Miccichè- che siamo di fronte ad una tipologia e ad una quantità di interventi diffusi sul territorio che stravolgeranno del tutto il sistema e la rete dell’assistenza socio-sanitaria in Sicilia; un intervento di portata tale da poter essere assimilato ad una vera e propria riforma del Sistema sanitario regionale. Siamo di fronte a scelte che richiederebbero il massimo del coinvolgimento e della partecipazione”. Perciò Caronia chiede al presidente dell’Ars, “con ancor maggiore forza ed urgenza rispetto a quanto già chiesto nei giorni scorsi, la convocazione di una seduta speciale dell’Assemblea dedicata a questo tema”. “Non è possibile – conclude Caronia – che una programmazione di questo tipo avvenga al buio, nel chiuso di alcune stanze dell’Assessorato senza alcun confronto, alcuna comunicazione, alcuna informazione. Come sapere sulla base di quali criteri sono state scelte le aree in cui creare le Case di Comunità o gli Ospedali di comunità? Come sapere se un ospedale oggi di eccellenza non è stato ‘declassato’? Non si può fare una riforma del sistema sanitario con scelte di tipo tecnico/amministrativo che non rispondono o rischiano di non rispondere alle esigenze dei territori e dei nostri cittadini”.