Sicilia, sanità e 'buchi', il documento della discordia

Sicilia, sanità e ‘buchi’, il documento delle polemiche

La sanità siciliana ai Raggi X. Ecco le carte che fanno litigare tutti.
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E’ il ‘documento della discordia’ e racconta, dal suo punto di vista, i soldi e il sangue della sanità siciliana. Lo ha scritto l’ex dirigente del Dipartimento Pianificazione Strategica, dell’assessorato alla Salute, Mario La Rocca, inviandolo al presidente della Regione, all’assessore Volo, all’assessore al Bilancio e al ragioniere generale. Sulla questione si è sviluppata una robusta polemica. “L’assessore Volo – ha detto il capogruppo M5S Antonio De Luca, nel corso di un dibattito acceso all’Ars – poteva comunque rimanere in aula anche per dare risposte sull’allarme lanciato dal direttore La Rocca dei quasi 400 milioni di euro da recuperare dalle spese sanitarie. Su questo tema ho chiesto alla presidenza che sia dedicata la prossima seduta d’aula”. Abbiamo potuto consultare quella carta. Ecco, per sommi capi, cosa dice.

La relazione di La Rocca

“Sento l’esigenza di dare compiuta rappresentazione della situazione del Bilancio Consolidato del Servizio Sanitario Regionale per le annualità 2022 e 2023, stante la rilevanza delle conseguenze che una sua mancata chiusura in pareggio avrebbero sul Bilancio della Regione – scrive La Rocca, nel suo atto di congedo -. Al riguardo, al fine di meglio rappresentare le conseguenze, anche sul piano politico di tale evenienza – che, sin da subito si chiarisce, è stata scongiurata…”. E viene citato un articolo di legge sul rispetto dell’equilibrio finanziario e sul controllo dei conti. Bisognerà procedere sulla strada dell’accortezza, per non incorrere in brutte sorprese.

L’emergenza Covid e la sanità che arranca

Dal resto della lettera, si capisce quanto l’emergenza Covid abbia richiesto un impegno economico che ha avuto una grande incidenza sulle risorse. “I dati del monitoraggio del quarto trimestre 2022 che, al momento, sono in corso di verifica, denunciano un disavanzo di 248 milioni a causa dei costi straordinari Covid che ammontano per il 2022 a 439 milioni di euro. Tale disavanzo – inferiore per quasi 200 milioni di euro ai costi straordinari Covid – verrà coperto con le entrate straordinarie relative alle quote del mutuo sanità relative al 2019-2020-2021”. Si chiamano in causa i fondi di un mutuo che, dal bilancio generale della Regione, sono tornati alla sanità e le economie di un sistema complessivo che ha dovuto fare di necessità virtù per affrontare la tragedia di una pandemia imprevista. E’ la cronaca numerica della classica coperta corta di un comparto mai sovrabbondante di mezzi che sta tentando di rientrare nella normalità.

Ma la Sicilia va meglio…

“Si rappresenta – si legge ancora – che l’impatto degli extra costi Covid e dei sovra-costi energetici sul bilancio consolidato della Regione Siciliana è stato ben inferiore a quello subito da altre regioni d’Italia che storicamente rappresentano esempi virtuosi di efficienza nella erogazione dei Lea (Livelli essenziali di assistenza, ndr) e nella gestione economica”. Le conclusioni del dirigente generale somigliano a una sorta di avvertenza: finora ce l’abbiamo miracolosamente fatta, ma servono scelte conseguenti.

Il pericolo per i conti

“Tanto sopra permesso, si è avuto ben chiaro il pericolo che il trascinamento dei costi Covid sul bilancio 2023 possa determinare un aumento strutturale dei costi del sistema che, se non adeguatamente governato, porti in disequilibrio il bilancio stesso – ecco come conclude l’autore della missiva -. Onde evitare tale rischio si è provveduto quindi a ‘progettare’ il bilancio del consolidato 2023, impartendo, per tempo, le opportune indicazioni a ciascuna azienda attraverso direttive ‘customizzate’ che hanno avuto a riferimento l’analisi del bilancio di ciascuna azienda, volte, tra l’altro, alla riduzione del costo del personale non più necessario alla luce della cessazione dello stato di emergenza e alla limitazione delle spese per investimenti. Manovre queste, unite all’incremento del fondo sanitario regionale, stimato in oltre 150 milioni. Il pareggio di bilancio del 2023 verrà raggiunto secondo lo schema (…) che non tiene conto del credito pari a 130 milioni di euro, vantato dal Servizio Sanitario Regionale nei confronti del Dipartimento Regionale di Protezione Civile”. Una sentenza inappellabile? Più che altro il memorandum di un alto burocrate, consegnato al governo Schifani, di una sanità in bilico. Che, al momento, regge, ma dovrà stare attenta a non precipitare nella voragine di uno sprofondo sempre in agguato. (Roberto Puglisi)

Mario La Rocca

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