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Sicilia, verificare il patto di stabilità

Interpellanza Pdl a Tremonti
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Secondo 34 parlamentari del Pdl, che hanno firmato un’interpellanza al ministro dell’Economia Giulio Tremonti depositata il 21 aprile, “la politica perseguita dalla Regione Sicilia, tenuto conto delle modalità con le quali viene gestita la spesa corrente e in conto capitale, rischia di incidere fortemente sul patto di stabilità interno”. I parlamentari mettono in dubbio la manovra economico-finanziaria in discussione tra oggi e domani all’Assemblea regionale siciliana e chiedono al ministro “se non intenda monitorare l’andamento della vicenda, adottando ogni iniziativa di competenza al fine di garantire il pieno rispetto del patto di stabilità”.

Nell’atto ispettivo, i parlamentari, molti dei quali sono siciliani, scrivono che nell’ambito dell’accordo sul patto di stabilità interno per il 2009 “la Regione ha ottenuto che i livelli di spesa fossero incrementati dell’importo di 138 milioni di euro, al fine di compensare eventuali eccedenze al limite dei pagamenti della regione assoggettati al patto di stabilità interno ovvero al fine di coprire l’eventuale superamento da parte di enti locali siciliani degli obiettivi di cui al medesimo patto”.

“La Regione Sicilia, nel suo recente passato – si legge nell’interpellanza – si è contraddistinta in taluni casi per l’assoluta artificiosità delle entrate destinate a finanziare le crescenti spese che ha alimentato, avendo, ad esempio, per più esercizi finanziari previsto in entrata 900 milioni di euro per la valorizzazione dei propri immobili, al solo fine di ottenere un artefatto pareggio di bilancio, non supportato poi da alcuna risorsa finanziaria reale”.

I parlamentari citano anche “la vicenda relativa all’istituzione del fondo di quiescenza del personale della regione Sicilia”. “L’articolo 15 della legge regionale del 14 maggio 2009, n. 6 – c’é scritto nell’interpellanza – aveva disposto l’istituzione, a decorrere dall’esercizio finanziario 2010, del fondo di quiescenza, avente natura giuridica di ente pubblico non economico, per il pagamento del trattamento di quiescenza e dell’indennità di buonuscita del personale regionale e la valorizzazione delle relative contribuzioni; per costituire il montante contributivo sin qui maturato a garanzia delle pensioni e delle buonuscite del personale regionale in servizio era necessario un importo di 885 milioni di euro, come stimato dal comma 3 della citata disposizione”.

“Posto che le citate somme non erano mai state accantonate – proseguono i parlamentari del Pdl – il comma 4 dell’articolo 15 a decorrere dall’esercizio finanziario 2010 fissava un limite di impegno quindicennale di 59 milioni di euro, che dunque sin dal bilancio regionale in corso di approvazione la Regione sarebbe tenuta ad accantonare, al fine di evitare che la situazione di sostanziale commistione di entrate fiscali e contributi che hanno tutt’altra natura realizzi un ‘pareggio di bilancio’ basato su dati fallaci”.

“Si registra tuttavia una situazione di stallo amministrativo ingiustificata da parte del governo regionale – denunciano i parlamentari del Pdl – si è avuta addirittura notizia che l’assessore regionale delle Autonomie locali, invece di attivare le iniziative normativamente previste per avviare l’immediata operatività del fondo ha proposto al presidente della regione la presentazione in seno alla legge finanziaria regionale un emendamento che differisca l’attivazione del fondo di quiescenza all’esercizio finanziario 2011. Ciò comporta che la regione Sicilia potrebbe iscrivere a bilancio circa 140 milioni di euro (prima quota di ricostituzione del montante contributivo pari a 59 milioni di euro e dall’importo stimato dei contributi da accantonare per l’anno 2010 pari a circa 80 milioni di euro) perseverando a perpetuare uno stato che la Corte dei conti, in più relazioni, aveva stigmatizzato”.


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