Mentre la politica dibatte dell’affascinante quesito se occorra un partito del Sud, più Sud nei partiti, un Pdl Sicilia o una Sicilia con più Pdl e via discorrendo, mentre tutto l’appassionante confronto va avanti dentro il Palazzo, insomma, la Sicilia e il mezzogiorno “vanno alla deriva” e “la secessione è già arrivata”. Parole di Pietro Busetta, presidente della fondazione Curella, che stamattina a Palazzo dei Normanni ha presentato il report Sicilia realizzato dal Diste in collaborazione con la Fondazione e con Università di Palermo, Sviluppo Italia Sicilia e Cirmet. Un rapporto con previsioni tutt’altro che consolanti, che parlano di 40 mila posti di lavori destinati ad andare in fumo, un Pil che dovrebbe crollare di più di cinque punti e un export che è già precipitato, nei primi mesi dell’anno del 50 per cento.
In tempi di crisi internazionale non si poteva sperare in molto di meglio. Ma Busetta, al riguardo, ci tiene a precisare: “Il problema piu’ che congiunturale e’ strutturale, nel senso che non ha origine dalla situazione di crisi che attraversa l’economia mondiale ma piuttosto da una politica in Sicilia e nel Mezzogiorno disattenta ai problemi reali. Il rischio e’ che si arrivi a un disamore per l’unita’ del Paese”. Secondo Busetta, “c’e’ un problema di rozzezza politica. Si stanno abbandonando alla deriva 21 milioni di abitanti. E solo adesso, finalmente, i quotidiani nazionali, si interessano del Sud, che la politica non riesce a capire”. Insomma, bacchettate al governo che si è dimenticato del Mezzogiorno. E poche speranze per una ripresa, che, comunque, non si dovrebbe presentare prima della tarda primavera del 2010. Intanto il divario tra Sud e Nord si rafforza e la “secessione” si va facendo sempre più un tragico dato di fatto. Con buona pace dei meridionalisti dell’ultim’ora, sembrerebbe leggersi tra le righe del report. Al riguardo, Antonello Cracolici del Pd aggiunge il carico: “Il dramma e’ che non c’è una politica che ha consapevolezza. Basti pensare che per la prima volta il bilancio della Regione, componente essenziale della nostra economia, e’ stato approvato in aprile”
Quanto ai dati, uno dei più clamorosi è quello relativo all’export che nel primo trimestre del 2009 ha fatto segnare addirittura un dimezzamento. Difficilmente spiegabile anche la dinamica occupazionale. Nei primi mei del 2009 le unità lavorative sono addirittura aumentate, ma secondo il report la tendenza da qui alla fine dell’anno sarà negativa, con perdite consistenti nell’industria e nelle costruzioni. “La Sicilia sta andando meno male di altri, la situazione è migliore rispetto al resto del Mezzogiorno”, ha osservato oggi il presidente del Diste Alessandro La Monica. Insomma, si piange con un occhio solo, ma di certo si piange.
I dati positivi arrivano sul fronte delle energie rinnovabili. Il fotovoltaico nell’Isola è passato da 342 impianti nel 2007 a 1.546 nel 2008 e, rispettivamente, da 4,2 a 17,3 MW di potenza installata (+411%). Balzo in avanti anche per l’eolico, con 211 MW di potenza aggiunta nel solo 2008. La potenza eolica installata alla fine del 2008 è risultata pari a 795 MW, (+36% rispetto all’anno precedente).