CATANIA – Una lettera aperta indirizzata al Ministero della Salute, Beatrice Lorenzin, per sostenere la battaglia delle sigarette elettroniche. L’appello, firmato dai vertici della Lega Italiana Anti Fumo, è stato presentato alla stampa questa mattina nei locali del rettorato dell’Università di Catania. Nelle scorse settimane, la LIAF ha infatti lanciato una petizione on line che ha già raggiunto quasi 6000 firme a favore delle sigarette elettroniche. Si tratta soprattutto di ex fumatori che hanno ricavato beneficio dall’uso della sigaretta elettronica, che – secondo i promotori dell’iniziativa – è un prodotto che ha potenzialità enormi per agevolare chi ha intenzione di smettere di fumare.
“Seimila firmatari sono un numero molto importante – ha osservato il prof. Riccardo Polosa, direttore scientifico di LIAF e docente di Medicina Interna nell’ateneo catanese e Direttore del’UOC di Medicina Interna e d’Urgenza e del relativo Centro per la Prevenzione e Cura del Tabagismo, AOU Policlinico-Vittorio Emanuele di Catania – sebbene questa cifra rappresenti soltanto la punta dell’iceberg di un vasto popolo di fumatori che vuole scegliere di determinare la propria condizione di tabagismo e di vapagismo in maniera differente”. Da qui la necessità di rivolgere un appello alle massime istituzioni del Paese, per chiedere di vigilare sulla nuova regolamentazione della sigaretta elettronica – considerata una valida alternativa alla sigaretta convenzionale – e soprattutto per consentire ai milioni di fumatori italiani di scegliere liberamente come e quando smettere di fumare.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ritiene il fumo la più grave minaccia per la salute dell’uomo. Sebbene anche i dati dell’Istituto Superiore di Sanità abbiano evidenziato come la recente diffusione di questi prodotti abbia determinato una significativa contrazione dei consumi di tabacco (in Inghilterra, per esempio, si è arrivati all’8% in meno in un solo anno), in Italia non si fanno passi avanti. Al contrario, è stata introdotta (con il decreto legge nr. 76 del 28 giugno 2013) una tassazione che penalizza l’uso della sigaretta elettronica, che comporta comunque dei rischi assolutamente inferiori alle “bionde”, equiparandola ai prodotti del tabacco tradizionale, che apportano ogni anno allo Stato una riserva fiscale di circa 10 miliardi di euro l’anno.
Ciò ha evidentemente scoraggiato, anziché incentivarli, i potenziali utilizzatori e “svuotato” i negozi dei rivenditori che, se appositamente formati, potrebbero invece avere un ruolo importante nella corretta informazione ai cittadini. Al contrario, investire su questi strumenti – sostiene la LIAF -, potrebbe ridurre nel tempo sensibilmente i costi della sanità legati alla cura delle malattie fumo-correlate. La LIAF da anni si batte contro il tabagismo e per la tutela della salute pubblica. Più volte gli studi condotti dalla Lega Italiana Anti Fumo, anche grazie ai ricercatori dell’Università di Catania, hanno dimostrato, infatti, che la sigaretta elettronica è una valida alternativa per smettere di fumare. Nonostante questo, “il problema reale rimane rappresentato dall’informazione e dalla formazione sui rischi – ha sottolineato la prof.ssa Lidia Proietti, presidente di LIAF e docente di Medicina del Lavoro -. La sigaretta elettronica può essere un validissimo aiuto per tanti fumatori intenzionati a liberarsi dalla schiavitù del tabagismo, nell’ambito di terapie strutturate, e meriterebbe rispetto dalle Istituzioni”.
Infine, il dott. Pasquale Caponnetto – responsabile del Centro per la Prevenzione e Cura del Tabagismo – AOU Policlinico-Vittorio Emanuele di Catania – ha ricordato le difficoltà riscontrate dal settore delle e-cig: “I negozi sono vuoti, e i pazienti che arrivano al nostro centro antifumo sono sempre più spaventati dalle false notizie diffuse dai media sulla sicurezza della sigaretta elettronica”. Il problema per le sigarette elettroniche è dato dalla percezione del rischio perchè l’informazione scorretta starebbe distruggendo un settore dalle forti potenzialità. “Nonostante questo – ha continuato Caponnetto – gli svapatori sono ancora numerosi e tutti soddisfatti. Questo dovrebbe dare da pensare alle autorità e anche al personale medico dei centri antifumo.”
Il Ministero della Salute ha poi avviato i lavori di un tavolo tecnico sul tabagismo che – secondo Polosa – si è posto degli obiettivi non coerenti: “Chiediamo al Ministro Lorenzin di avviare un dialogo aperto e fattivo basato sulle evidenze scientifiche – ha concluso Polosa – confrontandoci sugli aspetti positivi e negativi delle sigarette elettroniche, e di vigilare sull’operato del tavolo tecnico ministeriale sul tabagismo che, a nostro avviso, sta prendendo una direzione non coerente con gli obiettivi iniziali”.