SIGONELLA. È arrivato durante il question-time pomeridiano a Montecitorio, il definitivo via libera ai raid statunitensi contro i daesh di stanza nell’area libica di Sirte: il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha risposto all’interrogazione di Vincenzo D’Arienzo, parlamentare del Partito Democratico circa i chiarimenti sul ruolo dell’Italia nelle operazioni militari annunciate dal dipartimento della difesa americano. “Si tratta di interventi limitati nel tempo e pianificati – ha detto il ministro – fino ad ora nessuna attività, ma noi siamo pronti a dare il sostegno necessario così come richiesto dal legittimo governo libico e dagli alleati americani”.
In sostanza l’Italia concederà l’uso delle basi, e soprattutto l’utilizzo dello spazio aereo: sarà dunque il radar di Sigonella a garantire e gestire i decolli e gli atterraggi dei droni e dei bombardieri che tenteranno di arginare la presenza del califfato nell’area dello strategico golfo libico. Un sostegno diretto fornito dal 41° stormo dell’aeronautica militare, il quale quotidianamente svolge attività di sorveglianza e controllo delle acque territoriali e oltre. La Sirte è da tempo teatro conteso tra l’esercito di unità nazionale (Gna) e i miliziani dello Stato islamico: attualmente gran parte dei migranti che provano a raggiungere le nostre coste partono da lì, rischiando di aggiungere altre vittime al tragico bilancio di morte nel Mediterraneo.
Nessuno stato di allerta, o almeno non nel senso che comunemente viene dato a questo termine: una cosa è certa, i comandi militari territoriali aspettano ormai solo le disposizioni operative. L’intervento coprirà un arco temporale di 30 giorni e sarà mirato a restituire il controllo dell’area al governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale, il quale supporterà gli americani nella scelta degli obiettivi sensibili. L’esito dei raid potrà dirci se siamo ancora lontani dall’intervento via terra o se ne costituirà il preludio. La parte americana della base alla piana di Catania ospita già da qualche anno la Special Purpose Marine Air Ground Task Force-Crisis Response-Africa, il reparto di marines pronto a intervenire in caso di crisi in Nordafrica e addestrato ed equipaggiato per incursioni in territorio ostile.