Sicilia, Silvio Cuffaro sindaco e superburocrate: no incompatibilità

Sindaco e ‘superburocrate’, “nessuna incompatibilità” per Silvio Cuffaro

Messina replica a Catanzaro. Un parere dà l'ok al ruolo di dg alle Finanze

PALERMO – Nessuna incompatibilità tra il ruolo di sindaco di un piccolo comune e l’incarico di dirigente generale della Regione Siciliana. A sciogliere i dubbi sulla posizione di Silvio Cuffaro, riconfermato alla guida del dipartimento Finanze, è un parere dell’Ufficio legislativo e legale della Regione risalente all’aprile del 2024.

L’interrogazione di Catanzaro

Il caso è stato sollevato all’Ars dal capogruppo del Pd, Michele Catanzaro, che ha polemizzato anche sui tempi di risposta ad una interrogazione che chiamava in causa l’assessore alle Autonomie locali Andrea Messina.

“Si faccia chiarezza sul caso Cuffaro”

“Abbiamo aspettato 11 mesi per sentire che l’assessorato si dichiara incompetente ed intanto, in barba alla normativa in materia di incompatibilità tra incarichi pubblici, che stabilisce regole precise per evitare sovrapposizioni di ruoli che possano compromettere l’equilibrio amministrativo e gestionale, il sindaco di Raffadali è stato riconfermato dirigente generale del dipartimento Finanze”, ha affermato Catanzaro. Il capogruppo dem, nel suo intervento, ha chiesto poi di “fare chiarezza” sulle ipotetiche “cause di incompatibilità” tra i due ruoli che coesistono in un’unica persona, quella di Cuffaro.

Messina: “Risposta fornita nei tempi corretti”

L’assessore alle Autonomie locali replica al deputato agrigentino ricordando che la risposta dell’assessorato “era già stata trasmessa il 21 maggio 2024”, sottolineando quindi che “il lamentato ritardo nella risposta appare – dice Messina – come una mera enfatizzazione politica”. Messina parla senza mezzi termini di “polemica pretestuosa” a fronte di una risposta “fornita nei tempi dovuti”.

Un parere conferma: Cuffaro può restare

L’assessore in quota Dc entra poi nel merito della vicenda e richiama il parere reso dagli uffici diretti da Giovanni Bologna ormai quasi un anno fa. A fronte di una “presunta incompatibilità” data da una legge regionale del 1986 per un sindaco di un Comune con meno di 15mila abitanti (come Raffadali), l’Ufficio legislativo e legale della presidenza della Regione contrappone il decreto legislativo 39 del 2013 che prevale, nella gerarchia delle fonti, sulla norma regionale.

Sulla base del decreto legislativo, l’incompatibilità scatterebbe soltanto per i sindaci di Comuni con popolazione superiore ai 15mila abitanti. Una specifica che ‘salva’ quindi la posizione di Cuffaro, che può restare alla guida del dipartimento Finanze. Bologna, tuttavia, nel parere datato aprile 2024 suggerì una mossa “per dirimere in maniera definitiva ogni perplessità”: “sarebbe utile – è il passaggio finale del documento – sottoporre il problema all’Anac“. L’Autorità nazionale anticorruzione si è poi espressa in diverse occasioni in favore di questa linea.

Il caso Ricciardo

Per la Regione, quindi, non sussistono ostacoli alla permanenza di Cuffaro alla guida di uno dei dipartimenti chiave dell’amministrazione regionale. Evitata, quindi, una nuova marcia indietro come già avvenuto dopo la nomina di Carmelo Ricciardo al dipartimento Istruzione.

La nomina di Cusumano

Dopo le polemiche legate al suo coinvolgimento in un processo che riguarda alcuni appalti per lavori eseguiti in diversi porti siciliani, Ricciardo ha fatto un passo indietro. Al suo posto è arrivata la nomina di Vincenzo Cusumano.


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