Dimenticata la batosta del San Nicola, il Palermo riprende velocemente la marcia verso la Champions League sfruttando l’aurea positiva che da 19 turni aleggia sul “fortino” del Barbera, e battendo 2-1 il Parma dell’ex tecnico rosanero Francesco Guidolin.
Delio Rossi affida l’attacco al tandem Miccoli-Cavani, puntando anche sulla voglia dell’uruguaiano di festeggiare con un gol la centesima partita in maglia rosanero. In un Palermo che vede l’assenza di Liverani a centrocampo, e Pastore dal primo minuto, in difesa il tecnico opta per Goian.
Dall’altro lato Guidolin, che si commuove entrando in campo e ascoltando i cori di stima e affetto dei suoi ex tifosi, preferisce lasciare in panchina Bojinovi, mandando in campo Biabiany.
La partenza è subito vivace con le due squadre che sembrano prediligere maggiormente il gioco veloce e fitto di scambi.
La prima opportunità è per il Palermo. Al quarto minuto Pastore si inventa uno splendido colpo di tacco per Cassani che serve Miccoli al centro dell’area emiliana. L’attaccante salentino, però, spedisce alle stelle. Pastore è in giornata di grazia e regala colpi di genio. Peccato manchi sempre l’ultimo passaggio sottoporta. Il Parma non riesce ad orchestrare azioni pericolose, nè ad andare oltre la tre-quarti rosanero. Così gli emiliani subiscono le discese dei padroni di casa trascinate, neanche a dirlo, dal solito Pastore. Al 10′ Miccoli reclama il rigore per un intervento su di lui, ma il direttore di gara non lo accontenta. Il fantasista si innervosisce e dopo uno scambio di battute con il portiere gialloblù Mirante rimedia un’ammonizione.
Il Parma cresce lentamente, ma la partita si imbruttisce. Pochi spazi, poche occasioni, poche accelerazioni rallentano i ritmi di gioco. Alla mezz’ora nel Parma si fa male Dzemaili e Guidolin decide di inserire Lunardini. Il forte vento complica non poco la vita ai giocatori in campo, e le squadre stentano ad imbastire azioni degne di nota. Al 34′ un sussulto per i padroni di casa. Miccoli serve con un bel filtrante Pastore che però conclude alto sopra la traversa. I gialloblù rispondono soltanto con un tiro di Jimenez, dal limite dell’area, che finisce fuori senza impensierire l’attento Sirigu.
Il secondo tempo vede il ritorno in campo delle stesse formazioni che avevano chiuso il primo. Cavani prova il colpo, ma Mirante è bravo a bloccare il tiro. Al 7′ sempre l’uruguaiano ha l’occasione di portare la squadra in vantaggio. Al momento del tocco, però, il piede dell’attaccante però si pianta sul terreno e l’azione sfuma. Le squadre si affrontano senza farsi particolarmente male. Fino al 17′, quando Cavani sfrutta al meglio una palla scodellata in area da Miccoli su punizione: spizzica di nuca il pallone quanto basta per battere Mirante e insaccare la sfera sotto l’incrocio dei pali. Il Parma accusa il colpo ma non molla. Al 29′ Cavani va giù al limite dell’area emiliana (fallo nettissimo) ma Pierpaoli lascia correre. Proprio sugli sviluppi di questa azione, con Cavani ancora a terra, il Parma trova il pareggio con Biabiany precedentemente partito in contropiede. Il gol accende animate polemiche da parte della panchina rosanero. Sull’1-1 la partita si infiamma e nell’arco di due minuti i padroni di casa confezionano due nitide pallegol, prima con Pastore e poi con Cavani. In entrambi i casi, però, Mirante è bravo a rifugiarsi in angolo. Rossi a questo punto decide di cambiare qualcosa, richiamando in panchina Bresciano e inserendo Simplicio, nella speranza che il brasiliano riesca a dare maggior spinta dietro le punte. In effetti la mossa si rivela corretta, perchè è proprio il neoentrato a raccogliere al volo un pallone difeso da Miccoli in area parmense, e a spedirlo alle spalle di un impietrito Mirante. Gli ultimi minuti vedono la standing ovation del Barbera a Pastore, che lascia posto a Blasi e nulla più. Il triplice fischio di Pierpaoli rilancia prepotentemente i rosanero nella rincorsa alla Champions, confermando per la ventesima volta consecutiva l’inespugnabilità del Palermo nella sua roccaforte: il Barbera.