Sispi, la grana delle multe - Live Sicilia

Sispi, la grana delle multe

La giacenza cresce
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Scoppia una nuova grana nel variegato mondo delle società partecipate del comune di Palermo, e questa volta coinvolge la Sispi. Il consiglio di amministrazione ha infatti approvato l’emanazione del bando per l’affidamento a un soggetto esterno del servizio di consegna delle notifiche delle multe elevate dalla Polizia municipale, che sono circa 200.000 l’anno. Bando che prevede un importo di circa 700.000 euro l’anno per tre anni. La decisione del Cda arriva dopo mesi di polemiche e scontri sulla gestione delle contravvenzioni dalle quali il Comune ricava circa 10 milioni di euro e che fino a pochi mesi fa era affidata alle Poste al costo di sei milioni l’anno. La convenzione però è scaduta e, per contenere la spesa, il consiglio comunale ha deciso a fine febbraio di revocare il bando che era stato emanato per esternalizzare il servizio e di affidarlo alla Sispi con un risparmio di circa due euro a notifica (9,80 euro iva esclusa contro i circa 12 delle Poste). Alla società partecipata il compito di informatizzare il sistema (con tanto di adeguamento del contratto di servizio) e di curare le varie fasi dell’iter delle multe, dalla stampa alla riscossione, ma proprio sulla consegna è scoppiata la bagarre.

La Sispi, infatti, non ha al suo interno personale qualificato, la società non è iscritta all’Albo di riferimento e il suo statuto nemmeno lo prevede, mentre il Comune ha in organico circa 250 messi notificatori e 2.000 vigili. Nella delibera approvata in modo trasversale dal consiglio comunale il marzo scorso (con il parere contrario degli uffici, del comando della Polizia municipale e della Ragioneria generale per mancanza di copertura finanziaria), però, se nelle premesse si indica alla Sispi di verificare preventivamente se all’interno dell’amministrazione vi siano le risorse per l’espletamento del servizio, nel deliberato si dice invece alla società di “effettuare il servizio mediante messi comunali nominati a tale scopo dall’amministrazione e individuati attraverso procedure a evidenza pubblica”.

Una contraddizione evidenziata sia dagli uffici comunali che dal presidente della Sispi, Vincenzo Faraci, che per due volte ha scritto all’amministrazione (il 22 marzo e il 28 aprile) chiedendo di sapere in che modo usufruire delle risorse interne all’organico comunale. Missive che hanno avuto come effetto la convocazione di un tavolo tecnico che però sembra essere servito a poco. Nel frattempo, le contravvenzioni sono state spedite dalla Poste solo fino al primo giugno, con la conseguenza che ad oggi circa 20.000 giacciono presso gli uffici in attesa di essere consegnate. La scadenza è fissata in 60 giorni e più di un consigliere ha ipotizzato un danno erariale, nel caso in cui i termini dovessero essere superati dando luogo a ricorsi e annullamenti.

La vicenda ha provocato le vivaci reazioni di alcuni componenti di Sala delle Lapidi, preoccupati da un’eventuale nuova sfornata di assunzioni alla vigilia della campagna elettorale (che qualcuno quantifica in 150 unità) provocando l’azzeramento del risparmio rispetto alle Poste.

Nadia Spallitta (Un’Altra Storia), che ha presentato per due volte un emendamento per obbligare all’uso di risorse interne all’amministrazione per la consegna delle notifiche, ma senza successo, ha annunciato la presentazione di esposti alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica, oltre ad aver presentato un ordine del giorno trasversale con Maurizio Pellegrino (Pd) e Giuseppe Milazzo (Pdl). “Il consiglio comunale – ha dichiarato la Spallitta -si era espresso per non esternalizzare il servizio e per affidarlo ai messi comunali o agli agenti di Polizia municipale. Se viene revocato il bando all’ente Poste per risparmiare, non si capisce a che titolo la Sispi avvii il bando visto che non rientra nelle sue competenze e contrasta con le indicazioni date in questi anni dalla Corte dei Conti. Quale altra società, oltre alle Poste, ha i requisiti per farlo? In cosa consiste allora il risparmio?”. Per Pellegrino “è un’occasione mancata, potevamo cominciare a ottimizzare il personale mediante un bando interno fra i dipendenti a part-time, lavoratori in esubero o lsu non stabilizzati, invece per l’ennesima volta allarghiamo il bacino del precariato”. Milazzo, che oggi ha scritto una nota inviata anche alla Corte dei Conti, annuncia che nei prossimi giorni si proverà a bloccare il bando: “Il vero rammarico è che in un momento di grave crisi per l’amministrazione, ci son Cda che esternalizzano e quindi buttano al vento i soldi, con costi maggiorati del 50% anziché reinvestirli nell’amministrazione”. Un esposto alla Corte dei Conti è stato presentato anche dal Movimento Cinque Stelle di Palermo, ad aprile, per chiedere l’accertamento di danni all’erario e dell’effettiva mancanza di copertura finanziaria.


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