PALERMO – Falsificazione, alterazione e soppressione del contenuto di comunicazioni informatiche o telematiche. Queste le accuse nei confronti di due uomini di 22 e 42 anni di nazionalità serba, denunciati dalla polizia dopo la scia di casi di sportelli automatici manomessi. Dei veri e propri “cyber criminali” secondo gli investigatori: i due avrebbero manomesso i bancomat con degli skimmer, gli apparecchi collocati illecitamente per clonare le carte di credito.
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L’escalation di episodi, specie nel centro storico, ha infatti reso necessario la creazione di una task force guidata dal commissariato Oreto-Stazione. E’ emerso come i malviventi fossero riusciti ad alterare il funzionamento dei bancomat attraverso i sofisticati sistemi elettronici: collocati come cloni nella parte anteriore del sistema erogatore di banconote e dotati di un sistema miniaturizzato di lettura del codice segreto, riescono a carpirne la relativa sequenza, così permettendo il prelievo in danno degli ignari cittadini.
La polizia ha così prima eseguito controlli accurati su tutti gli sportelli automatici che si trovano nel centro storico e dopo i tre risultati manomessi nelle scorse settimane, ne è stato individuato un quarto. “Sull’Atm – spiegano – è stato individuato un dispositivo plastico con lo stesso aspetto, per colore e dimensioni, della fessura che eroga lo scontrino riepilogativo del prelievo. Sul retro della maschera, opportunamente rimossa, vi era un circuito elettronico auto alimentato che conteneva una memory card ed una micro telecamera con relativo circuito di acquisizione immagini, utilizzata al fine di riprendere l’ignaro utente. Infine, completava la manomissione, l’installazione di un ulteriore dispositivo elettronico di colore verde, perfettamente incastrato nella zona d’inserimento del bancomat, che riprendeva la forma della fenditura che serve per l’inserimento della carta e che, verosimilmente, riusciva a leggere e memorizzare i dati delle carte bancomat inserite”.
Sono state le immagini delle telecamere di una struttura ricettiva vicina allo sportello manomesso a far arrivare le indagini ad una svolta: i poliziotti hanno infatti rintracciato i due uomini in centro, poi hanno perquisito la loro abitazione, una casa vacanze a pochi metri da via Ruggero Settimo. Il proprietario dell’appartamento non aveva effettuato alcuna registrazione nonostante i due alloggiassero lì da tempo e per lui è scattata la denuncia. Trovati gli indumenti utilizzati durante la collocazione degli skimmer e il denaro in contante che sarebbe frutto della manomissione dei vari Atm. Le indagini per accertare quanti utenti siano finiti “in trappola” e la quantità di codici memorizzati, sono ancora in corso. Da accertare anche l’eventuale coinvolgimento di complici.