Truffa e peculato, blitz con 15 arresti | Una retata scuote la Regione, dirigente in carcere - Live Sicilia

Truffa e peculato, blitz con 15 arresti | Una retata scuote la Regione, dirigente in carcere

Concetta Cimino

di RICCARDO LO VERSO Arresti a Palermo. Nel mirino dei carabinieri tredici dipendenti regionali, tra dirigenti, funzionari e collaboratori. Coinvolti anche due imprenditori, di cui uno in carcere: avrebbero dirottato sui propri conti correnti i soldi per le forniture. Altri avrebbero gonfiato la busta paga con ore di straordinario mai fatte. Arrestato il dirigente regionale Concetta Cimino, è ai domiciliari. Messineo: "In Regione una preoccupante carenza di controlli".

PALERMO – Alla fine il bubbone è scoppiato. Sono scattate quindici ordinanze di custodia cautelare nei confronti di dipendenti regionali – tra dirigenti, funzionari e collaboratori – e imprenditori. Due persone sono finite in carcere, tredici ai domiciliari. Le accuse contestate sono peculato, truffa aggravata, turbata libertà degli incanti, falsità materiale e ideologica. L’inchiesta andava avanti sotto traccia da anni. Oggi l’operazione dei carabinieri del Comando provinciale fa venire a galla l’ennesimo scandalo che scuote i palazzi della Regione. In particolare, l’assessorato regionale alla Formazione professionale dove dirigenti e funzionari avrebbero intascato 700 mila euro destinati a pagare i fornitori.

E poi c’è il capitolo straordinari con gli impiegati che avrebbero dichiarato di essere rimasti in servizio oltre l’orario di lavoro. E cioè quando, secondo l’accusa, erano già a casa. E le loro buste paga diventavano pesanti. A Currao funzionario dell’area Affari generali, poi trasferito, sarebbe bastato cambiare le cifre dell’Iban per dirottare migliaia di euro sul proprio conto corrente. Il tutto grazie alla compiacenza del dirigente del servizio, oggi in pensione, Maria Concetta Cimino. A lei spettava il compito di vigilare. Ed invece Currao entrava nel sistema informatico per disporre i mandamenti di pagamento con la password della dirigente. E lo avrebbe fatto pure in un periodo in cui in ufficio non doveva proprio metterci piede. Il funzionario, infatti, era stato sospeso per sei mesi. Un provvedimento disciplinare deciso per via del suo coinvolgimento in un’inchiesta penale.

L’inchiesta è merito della denuncia dell’ex dirigente generale della Formazione, Ludovico Albert (a cui il neo governatore Rosario Crocetta decise di revocare il contratto), e del dirigente degli Affari generali Marcello Maisano. Furono loro a mettere nero su bianco, nel gennaio 2012, le magagne in assessorato. Currao e la Cimino condividevano già una citazione in giudizio per danno erariale da parte della Procura regionale della Corte di conti. Era inevitabile che la faccenda si spostasse nel penale. “È la punta dell’iceberg”, dissero, infatti, gli investigatori quando venne fuori la vicenda di Currao, a cui la finanza sequestrò settanta mila euro. Convocata dai pm contabili, la dirigente ammise di avere dato al sua password a Currao ma solo ed esclusivamente per accelerare il lavoro dell’ufficio. I carabinieri della sezione di polizia giudiziaria, coordinati dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dal sostituto Alessandro Picchi, non hanno evidentemente creduto alla sua buona fede. In carcere sono finiti Currao e l’imprenditore Mario Avara.

Ai domiciliari: oltre alla Cimino, anche Marco Inzerillo, Gualtiero Curatolo, Maria Concetta Rizzo, Maria Antonella Cavalieri, Federico Bartolotta, Vito Di Pietra, Giuseppina Bonfardeci, Giampiero Spallino, Carmelo Zannelli, Michele Ducato, Marcella Gazzelli. Ai domiciliari pure l’imprenditore Amedeo Filingeri. Per Currao le casse regionali erano diventate un bancomat personale. Tra i beneficiari dei fondi pubblici anche Avara che aveva costruito una casa in legno per Currao a Sciacca. Per la cronaca la casa, che si trova in via Monte Kronio, ora sotto sequestro, sarebbe stata non solo costruita, ma pure arredata con i soldi della Regione. Soldi che, in un altro caso,  sarebbero stati spesi per pagare un viaggio fatto in America Latina da alcuni funzionari nell’ambito di un progetto finanziato dall’Unione europea.


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