Solidarizziamo con Vittorio Feltri | Ma chi pensa agli "straccioni" di Sud? - Live Sicilia

Solidarizziamo con Vittorio Feltri | Ma chi pensa agli “straccioni” di Sud?

Il Giornale e noi
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(rp) Avvertenza preliminare: “straccioni” non ha una valenza negativa. Indica la quota di potere. Straccioni, cioè senza protezioni eccellenti, senza padrini, senza amici che contano con tutti i vestiti a posto.
A chi scrive, i conti sul can-can esploso a carico del “Giornale” di Feltri e Sallusti, nel presunto affaire Marcecaglia, non tornano affatto. Non tornano per le notizie che si conoscono. Non tornano per il pm che conduce le indagini, uno che più di una volta ha preso celebri cantonate. Per chi scrive,  il giornalismo di Feltri è una schifezza nella misura in cui viene usato come una clava degli interessi padronali. Ma il magistrato dovrebbe perseguire i reati non le schifezze.
Comunque, il coro di indignazione è stato forte ancorchè fortemente partigiano. La libertà di stampa violata e i salmi che sappiamo. Allora che dovrebbero dire i redattori di “Sud press”, vittime di un comportamento ancora più lesivo e passato sotto colpevole silenzio?

I fatti? Ricordiamoli, riascoltando la voce del direttore, intervistato da Livesicilia: “Il presidente della Regione Raffaele Lombardo, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, ha chiesto ed ottenuto un blitz nella redazione di Sud per procedere ad un controllo preventivo del contenuto della testata durante la fase di redazione, prima della distribuzione e della stampa. Non è stato fatto alcun passaggio col Gip. Cioè, la polizia è intervenuta presentando un ordine firmato dal procuratore capo D’Agata e da due sostituti. Ordine che non scaturisce, come normalmente avviene, da indagini della procura, ma da una denuncia di Raffaele Lombardo, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Il controllo preventivo sul contenuto di un organo di stampa, non ancora chiuso in redazione. Durante la perquisizione la polizia ha fotografato il giornale mentre era ancora in corso di preparazione. E poi, ripeto, è la prima volta in Italia che una procura non passa dal Gip prima di procedere a una perquisizione”.

Se i fatti stanno così – e nessuno li ha smentiti – la faccenda ci pare più grave della “Marcecaglia family”. Puzza tanto di scorrettezza alla luce del famoso articolo 21 della Costituzione, quello secondo cui la stampa non è soggetta ad autorizzazioni o censure. Eppure lo sdegno è rimasto circoscritto alla sensibilità di pochi. Gli straccioni vadano in malora. Siamo meridionali, cioè esclusi – come cantava Mimmo Cavallo – anche per i diritti più elementari.


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