PALERMO – Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Noi Moderati quasi come spettatori, Mpa e Dc protagonisti di un duello dialettico incarnato dai due loro big: Raffaele Lombardo e Totò Cuffaro. È l’immagine che trapela dai racconti di chi era presente al vertice del centrodestra siciliano andato in scena venerdì pomeriggio a Palermo.
Duello Lombardo-Cuffaro
Il resoconto ufficiale di Palazzo d’Orleans parla di un clima di “grande armonia e partecipazione” ed effettivamente venti di guerra non ne spiravano sulla coalizione, complici anche l’atteggiamento pacioso di FI (di fatto padrone di casa), Fratelli d’Italia e Lega. Clima “sereno”, come spiegato da alcune fonti a caldo, ma ad eccezione dei due grandi allievi di Calogero Mannino. Lombardo e Cuffaro, eterni amici-nemici, ancora una volta l’uno di fronte all’altro.
La tensione tra gli eredi dello scudocrociato è stata palpabile. Il ri-fondatore della Dc non ha digerito le intromissioni lombardiane sulla sanità agrigentina e mal sopporta le continue prese di posizione e i distinguo degli autonomisti rispetto al percorso di governo. Lombardo ha risposto per le rime con tutta la sua spigolosità. “Un battibecco e nulla più”, hanno minimizzato alcuni presenti ricordando come tra i due, in seguito, sia arrivato il chiarimento con reciproche proposte improntate al bon ton e alla cortesia per le prossime nomine.
Fin qui il momento più colorito di un vertice di maggioranza del quale diversi partiti avrebbero anche fatto a meno. Lombardo, che ha voluto ribadire anche l’apporto dato dai suoi alla lista FI-Noi Moderati con la sponsorizzazione della candidatura di Caterina Chinnici, non era dello stesso avviso e ha pressato a lungo per l’incontro.
Le nuove nomine all’orizzonte
E così si è parlato delle recenti nomine nella sanità, che a Catania hanno lasciato il Mpa a bocca asciutta, ma anche delle elezioni alla Camera di commercio del Sud Est Sicilia, che da sola controlla il 60,6% della società di gestione dell’aeroporto di Catania (Sac). Il leader Mpa è tornato a Catania con in tasca la promessa di una dead-line per queste e altre nomine: dicembre.
I rapporti con Lega, FdI e Noi Moderati
Per Schifani, che ha aperto l’incontro elencando gli obiettivi raggiunti dal governo nei primi due anni di mandato con una lunga introduzione, un vertice fondamentalmente soft. Ottimi, del resto, i rapporti con Lega e Fratelli d’Italia, in miglioramento quelli con Noi Moderati. Il governatore ha riconosciuto l’apporto del partito di Maurizio Lupi e Saverio Romano alle ultime Europee. Da Palazzo d’Orleans si guarda in positivo anche all’operazione che a Roma, con il lavoro di Romano e la regia della premier Giorgia Meloni, sta portando Mara Carfagna e Mariastella Gelmini con Noi Moderati strappandole al possibile campo largo del centrosinistra.
Forza Italia, attesa per il confronto interno
Mercoledì, invece, sarà la volta del confronto interno a Forza Italia. Un nutrito gruppo di deputati all’Ars è deciso a invocare un cambio di atteggiamento e una maggiore propensione al dialogo e alla concertazione. Si parlerà anche della possibilità di cedere la poltrona dell’assessorato alla Salute, al momento affidata a Giovanna Volo, e del perché il gruppo parlamentare non sia stato interpellato nella scelta che ha portato alla nomina di Alessandro Dagnino all’Economia.
I malumori della Dc
Da registrare, infine, i rapporti con la Democrazia cristiana, che non ha nascosto il proprio disappunto per le scelte sulla sanità e le altre nomine in provincia di Agrigento. Nulla che non si possa acquietare per il governatore, che nel frattempo sembra avere messo sotto controllo la variabile Lombardo (almeno per ora).