Le elezioni europee del prossimo maggio si preannunciano come un vero e proprio terremoto per le istituzioni dell’Ue. La storica coalizione formata da popolari e socialisti rischia, per la prima volta nella storia, di non avere più la maggioranza assoluta.
Che nel “vecchio continente” stia tirando un’aria diversa lo si era capito già nei mesi scorsi grazie a diversi test elettorali locali. Ora, però, a prefigurare uno scenario del tutto inedito è un sondaggio realizzato dallo stesso Parlamento europeo.
Secondo le ultime rilevazioni, nella prossima legislatura, il Partito Popolare Europeo passerebbe dagli attuali 217 seggi a 183. Un calo consistente, che gli permetterebbe comunque di restare il primo gruppo nell’emiciclo di Strasburgo. Ancor più marcato è stimato l’arretramento dei socialdemocratici iscritti alla compagine S&D. Per loro, una frana da 186 a 135 seggi. In totale, la maggioranza raggiungerebbe quota 318, molto lontano da quei 353 scranni capaci di garantire la stabilità del nuovo governo europeo.
Nella prossima assemblea, i Liberaldemocratici dovrebbero confermarsi il terzo gruppo più numeroso, con una lieve crescita. Complice l’ingresso del partito di governo francese “En marche”, l‘Alde è destinata a passare da 68 a 75 seggi. Una significativa avanzata sarebbe invece quella dei “sovranisti” dell’Enf (“Europa delle nazioni e delle libertà”), che grazie al risultato italiano previsto per la Lega, crescerebbero da 37 a 59 seggi. Seguono i “Conservatori e Riformisti” (Ecr), stimati in calo da 75 a 51 seggi. Arretramento anche per il gruppo della “Sinistra Unitaria” (Gue/Ngl) e per quello dei Verdi: entrambi passerebbero da 52 a 45 deputati.
Infine, situazione assai complicata per l’Efdd (“Europa della libertà e della democrazia diretta”), di cui fa parte il Movimento 5 stelle. Il gruppo è attualmente composto da 37 eletti, e dovrebbe incrementare fino a 59 la sua rappresentanza, perdendo però l’adesione di alcune delegazioni. Le componenti interne passerebbero così da otto ad appena sei, troppo poche – secondo il regolamento – per dar vita a un gruppo parlamentare autonomo.