CATANIA – Ergastolo per tre persone, 30 anni di carcere per altre due, 16 anni per gli imputati che hanno collaborato con la giustizia. Sono le richieste di pena lette in aula dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo per gli imputati nel processo sulla sparatoria di Librino. Le richieste arrivano alla fine della requisitoria in cui il pm Alessandro Sorrentino ha ricostruito nel dettaglio la dinamica del pomeriggio dell’otto agosto 2020 in viale Grimaldi, in cui morirono Luciano D’Alessandro e Vincenzo Scalia.
Sparatoria di Librino: gli ergastoli
Le pene più pesanti chieste dai rappresentanti della pubblica accusa riguardano Carmelo Distefano, Roberto Campisi e Santo Tricomi. I tre nel corso della requisitoria del Pm sono stati individuati come elementi organici al clan dei Cursoti milanesi. Distefano è stato descritto come la persona di spicco del clan, che a detta dei collaboratori di giustizia provenienti sia dai Cursoti che da altri gruppi criminali ricopriva il ruolo di leader nel periodo in cui avvenne la sparatoria.
Per Distefano è stata chiesta la pena dell’ergastolo con isolamento diurno per tre anni, con la responsabilità penale per tutti i capi di imputazione a lui ascritti. Stessa pena è stata chiesta per Roberto Campisi.
Per Santo Tricomi chiesto l’ergastolo, con l’isolamento diurno per un anno.
Le altre pene e le assoluzioni
Per Giovanni Nicolosi e Rosario Viglianesi, ritenuti non estranei al clan, le pene richieste ammontano a 30 anni di carcere ciascuno, con pena minima di 24 anni.
Anche per i tre collaboratori di giustizia Michael Agatino Sanfilippo, Martino Carmelo Sanfilippo e Davide Agatino Scuderi il Pm ha chiesto, valutate tutte le attenuanti, 16 anni di reclusione.
Richiesta di assoluzione invece per Emilio Gangemi e Angelo Condorelli, entrambi per non aver commesso il fatto.