Il ddl sulla spending review è ancora a riposo, con i suoi 62 articoli, sul tavolo della commissione bilancio all’Ars. Potrebbe arrivare in Aula domani, o al massimo martedì. Ma quel testo sta già incendiando i commenti di politici e parti sociali.
I sindacati, in particolare, hanno puntato l’indice contro quello che inizialmente era un maxi-emendamento all’assestamento di bilancio, e successivamente trasformato in un vero e proprio disegno di legge. “La spending review siciliana – ha detto il segretario generale di Fp Cgil Sicilia, Michele Palazzotto – è una mannaia per il lavoro pubblico e crea le premesse per il licenziamento di migliaia di lavoratori e lavoratrici stabili e precari. Gli effetti – dice Palazzotto – sono disastrosi: migliaia e migliaia di licenziamenti per il personale di Comuni e della Regione con la chiusura delle attività pubbliche gestite dalle cosiddette società partecipate”. Altrettanto grave, per il sindacato, “la mancata ripubblicizzazione dell’acqua e l’avvio di un processo di soppressione delle Provincie dall’alto che rischia di creare solo danno ai cittadini, disperdendo il patrimonio di professionalità esistenti”. Per questo, Fp Cgil Sicilia lancia una mobilitazione ai cittadini per “fare pressig sull’Ars e fermare le norme”: “Il parlamento – dice Palazzotto – non voti il testo del governo, approvato, tra l’altro, senza la presenza del presidente Lombardo. Così formulata – aggiunge Palazzotto – la spending review siciliana rischia di essere solo un favore per chi evade il fisco, per chi vuole privatizzare i servizi pubblici come la gestione dell’acqua, per chi ha consulenze d’oro e vive di sprechi veri”. Secondo il sindacato “il governo regionale vuole seguire la strada dei tagli senza programmazione e concertazione, già portato avanti nella sanità e con gli esiti negativi già visti a scapito della salute e delle tasche dei cittadini”. Grave, poi, per Fp Cgil “la scelta di privatizzare la gestione dell’acqua dalla captazione, all’adduzione e distribuzione delle risorse idriche in barba all’esito referendario e alla sentenza della Corte costituzionale del 20 luglio”.
“Non intendiamo ancora entrare nel merito del testo, – attaccano Gigi Caracausi e Paolo Montera, rispettivamente segretario generale e dirigente sindacale Cisl Funzione pubblica – peraltro avuto per le vie traverse visto che l’Assessore s’è ben guardato dal cercare un dialogo con le parti sociali, dialogo verso cui la Cisl, al contrario, ha sempre manifestato la sua disponibilità. Riteniamo comunque sbagliato e prematuro – aggiungono – redigere una legge regionale che tratti di importanti e delicate questioni in materia di personale, come per esempio i prepensionamenti, ancor prima che lo Stato definisca un quadro che possa fare da opportuna cornice di riferimento. Se qualcuno intende rischiare – continuano i sindacalisti palermitani – di offrire ancora la Sicilia alla gogna mediatica internazionale, come avvenuto per la 104 tutta siciliana, faccia pure, noi non ci stiamo. Come mai questa iniziativa, che secondo l’Assessore sarebbe un’occasione per la politica siciliana di riscattare decenni di un’autonomia della spesa sconsiderata, col riconoscimento di una vera autonomia, quella della responsabilità…, viene fuori soltanto a fine legislatura e per tutto il precedente periodo le denunce della Cisl sugli sprechi della regione sono rimaste inevase? In un momento di gravi difficoltà come quello attuale, – concludono i sindacalisti Cisl – con la necessità impellente di recuperare i rapporti con lo Stato, il Parlamento regionale ed i suoi organismi scongiurino l’avventata iniziativa dell’Assessore Armao, si apra subito un costruttivo confronto con i sindacati e si rinvii il tutto ad immediatamente dopo la definizione dei percorsi intrapresi da e con lo Stato”.
E la politica ha accolto queste dichiarazioni ovviamente con spirito diverso. Intanto il “padre” della norma, l’assesore Armao, oggi in Commissione bilancio ha dichiarato: “La strada è tracciata, la spending review in Sicilia è ineluttabile se si vorrà una Regione forte e competitiva, in previsione di un miglioramento dell’economia nazionale e mondiale”. Il capogruppo dell’Mpa Nicola D’Agostino, invece, punta l’indice proprio contro la Cisl: “Siamo da tempo rassegnati ai comportamenti equivoci di un certo sindacalismo – ha detto – che ha fatto della doppiezza la sua linea di condotta, ma leggere le parole di Caracausi e Montera, colleghi di Bernava, sulla Spending review proposta dall’assessore Armao ci lascia davvero a bocca aperta. Ma come? – ha proseguito D’Agostino – A Roma la Cisl propugna risparmi, invoca morigeratezza, denuncia sprechi, chiede tagli, e poi lo stesso sindacato in Sicilia si lascia prendere dalla paura di scontentare qualche associato? Non dovrebbero essere i politici e chi governa ad aver questo timore? Questa è la prova dell’ipocrisia sindacale portata ai massimi livelli, il cerchiobottismo e la retorica annessa – ha concluso – non sono piu’ prerogativa della politica, ma diventano oggi esclusiva della Cisl”.
Secondo Roberto De Benedicstis del Pd, invece, sulla spending review bisogna “procedere senza ambiguità: la Regione – ha detto il deputato Pd – va profondamente riformata, bisogna tagliare sprechi e spese clientelare e al tempo stesso bisogna riorganizzare e razionalizzare il lavoro interno all’amministrazione. E dal momento che molte di queste norme avranno conseguenze rilevanti sui dipendenti e sull’intera economia siciliana, – ha concluso – è giusto che le parti sociali chiedano di poter dire la loro”