Spese pazze, Musotto dai pm: | "Sono un uomo d'onore" - Live Sicilia

Spese pazze, Musotto dai pm: | “Sono un uomo d’onore”

Francesco Musotto in tribunale

DI RICCARDO LO VERSO Francesco Musotto è stato il primo a presentarsi dai magistrati per l'inchiesta sui rimborsi all'Ars. Ha parlato con i giornalisti, mentre davanti ai pm si è avvalso della facoltà di non rispondere, facendo solo alcune dichiarazioni spontanee.

l'inchiesta dell'ars
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PALERMO – “Io sono un uomo d’onore. I miei soldi li ho spesi per fare politica. Non ho mai rubato. Neppure un centesimo”.

Sono le parole, accorate, di Francesco Musotto che ha aperto il giro di interrogatori nell’ambito dell’inchiesta sulle spese “folli” dei gruppi parlamentari all’Ars. Un interrogatorio durato una manciata di minuti. Giusto il tempo, in presenza del suo difensore, l’avvocato Fabio Ferrara, di aprire il verbale davanti ai pubblici ministeri e di avvalersi della facoltà di non rispondere. L’ex onorevole ha chiesto, però, di fare brevi dichiarazioni spontanee, iniziate con un richiamo familiare: “Peculato? Come potrei averlo commesso proprio io che un padre che ha scritto un libro sul peculato”.

A Musotto viene contestato di avere prelevato 45 mila euro in contanti per darli a Raffale Lombardo. Solo che l’ex governatore ha sempre negato l’episodio. Sul punto Musotto si scalda: “Se Lombardo nega di averli ricevuti, quello è un problema suo, della sua coscienza. Io gli ho proposto un confronto pubblico, davanti alla stampa: io e lui. Però non ha mai risposto alla mia proposta, non l’ho più sentito. E comunque i soldi sono stati spesi per la campagna elettorale nazionale”. Dunque, fa notare un investigatore, per spese che nulla avrebbero a che fare con l’attività poltica del Parlamento siciliano.

Musotto, che nella scorsa legislatura è stato il presidente degli onorevoli del Movimento per l’autonomia, è stato destinatario di uno dei tredici inviti a comparire davanti ai pubblici ministeri Sergio Demontis, Maurizio Agnello e Luca Battinieri

“Io ho fatto per tanti anni l’avvocato – ha detto Musotto prima e dopo l’incontro con i pm-. Poi il presidente della Provincia. Mi hanno anche arrestato e assolto, oggi faccio l’agricoltore, perché dovrei avere paura di questa inchiesta? Lo ribadisco: ho speso i soldi del gruppo per attività politica. Non ho comprato mutande o cravatte”.

Tra le ipotesi di peculato che gli vengono contestaste ci sono pure le spese per l’acquisto dei volumi “I classici dell’arte”. Sul punto Musotto ha spioegato, ai cronisti, che “ricevevamo proposte da una serie di case editrici. E alla fine abbiamo optato per i classici dell’arte che – è bene chiarire – non sono a casa mia, ma nella biblioteca del gruppo a disposizione di tutti. Non avevo certo bisogno dei soldi del gruppo per acquistare dei libri a titolo personale”.

E sui dipendenti iscritti al libro paga del gruppo che gli investigatori definiscono “non identificati”? “C’era un consulente del lavoro, io non ne so nulla”. E in generale sulle spese “ingiustificate” per pagare un numero di dipendenti superiore, secondo gl investugatori, a quanti ne servissero? “Non li ho assunti io, che cosa dovevo fare, licenziarli? Si guarda alla passata legislatura, e gli anni precedenti?”, ha risposto Musotto che ha fornito anche la sua ricetta per risolvere la questione: “Non diamo più soldi ai gruppi. la poltica deve fare delle scelte”. E la stessa politica di cui Musotto a fatto parte: “E infatti me ne sono andato”, taglia corto l’ex presidente della Provincia che aggiunge: “Io sono stato il politico che ha proposto ai deputati, in una fase di stallo, di dimetterci, di andarcene tutti”.

Nello specifico a Musotto, ex capogruppo prima del Mpa e poi del Misto, vengono contestati i prelievi in contanti dei soldi che dice di avere girato, su esplicta rischiesta, a Lombardo, pranzi e cene al ristorante, i necrologi sui giornali, acquisti di computer per il portaborse, somme indebitamente erogate a titolo di quindicesima mensilità agli autisti e una serie di assegni e bonifici in favore delle persone “non appartenenti al gruppo”.

Dopo di lui, nei prossimi giorni, si presenteranno in Procura gli altri capigruppo che hanno ricevuto un avviso di garanzia: Giulia Adamo, Nunzio Cappadona, Antonello Cracolici, Francesco, Rudy Maira, Nicola Leanza, Nicola D’Agostino, Giambattista Bufardeci, Marianna Caronia, Paolo Ruggirello, Livio Marrocco, Innocenzo Leontini e Cataldo Fiorenza. A loro spetta il compito di chiarire, qualora dovessero decidere di rispondere, la mole di spese su cui hanno messo gli occhi la finanza del Nucleo tutela spesa pubblica e i pubblici ministeri coordinati dall’aggiunto Leonardo Agueci. Si andrà avanti fino al 21 febbraio, seguendo un ordine già stabilito dai magistrati.

Insieme a Francesco Musotto, per le spese del Mpa, sono indagati per concorso in peculato, Raimondo Sciascia, consulente del lavoro del gruppo Mpa, Cateno De Luca, Nicola Leanza, Nicola D’Agostino, Giuseppe Arena, Marcello Bartolotta, Francesco Calanducci, Paolo Colianni, Orazio D’Antoni, Antonio D’Aquino, Giovanni Di Mauro, Giuseppe Federico, Giuseppe Gennuso, Salvatore Lentini, Raffaele Lombardo, Riccardo Minardo, Mario Parlavecchio, Fortunato Romano, Paolo Ruggirello, Guglielmo Scammacca Della Bruca, Giuseppe Sulsenti.


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