Spese, tagli e pignoramenti | La denuncia: l'Eas fa acqua - Live Sicilia

Spese, tagli e pignoramenti | La denuncia: l’Eas fa acqua

L’Eas fa acqua da tutte le parti. E la liquidazione dell’ente (sancita da una norma del 2004) c’entra fino a un certo punto. Anche per l’azienda dell’acqua siciliana sono infatti scattati i pignoramenti per circa 9 milioni di euro (soldi vantati dai creditori). E quei pignoramenti non hanno risparmiato, come accaduto per altri enti gestiti o vigilati dalla Regione (ci riferiamo, ad esempio, alla Fiera del Mediterraneo) nemmeno gli stipendi dei dipendenti.

Ma, stando a sentire alcuni di questi lavoratori dell’Ente, mentre alcuni pignoramenti sono dovuti a debiti nei confronti di alcuni comuni, o consorzi di comuni, nulla avrebbe fatto l’Eas per recuperare i crediti vantati nei confronti di altri enti locali.

A sollevare nuovamente il “caso-Eas”, oggi, è il sindacato Cobas-Codir: “Mentre la nave Eas continua ad imbarcare inesorabilmente acqua da tutte le parti, – fa sapere in una nota – l’ufficiale di comando (Commissario liquidatore) che dovrebbe trarre in salvo i passeggeri sembra abbia da tempo abbandonato la nave e lasciato i passeggeri al loro tragico destino.
Se, infatti, sono state già utilizzate le scialuppe di salvataggio per una parte del personale (che si trova da tempo in altre amministrazioni) – aggiunge il sindacato – al resto dei lavoratori si continua a negare questa possibilità condannandolo, così, ad una lunga e inesorabile agonia della quale i vertici politici (più volte allarmati dai sindacati e dagli stessi lavoratori) con il loro totale disinteresse ne sono vergognosamente responsabili”.

E in effetti, una parte di quel personale (circa 230 persone) ha avuto più “fortuna”. Transitati inizialmente nell’Arra, sono stati poi “inglobati” nel dipartimento acque e rifiuti della Regione. “Questo stato di abbandono – prosegue la nota dei Cobas Codir – ha inoltre prodotto il pignoramento di circa nove milioni di euro da parte dei creditori sottraendoli agli emolumenti accessori dovuti al personale e al pagamento dell’Irpef allo Stato nonché il rischio fondato che anche il trattamento fondamentale (stipendio) possa essere già preso di mira per eventuali altri pignoramenti”.

Tutto questo in un quadro nel quale è ancora in piedi la querelle tra Marcello Massinelli, ex commissario liquidatore dell’ente, e la Regione. Il primo, ha chiesto una liquidazione di 7,7 milioni di euro. L’amministrazione ha contrattaccato, attraverso le parole dell’assessore all’economia Gaetano Armao, chiedendo spiegazioni su un buco da novanta milioni di euro.

“In questo catastrofico contesto – aggiungono i Cobas – in cui mancano le risorse finanziarie persino per pagare le forniture primarie compresa l’energia elettrica, risultano inspiegabili alcune spese sicuramente superflue quali quelle di utilizzare per i vertici dell’Ente due macchine di lusso con i relativi autisti, pagati alla stregua di un grosso Dipartimento Regionale”.

E non solo. Nel marzo scorso, ad esempio, l’Enel ha tagliato la fornitura di energia elettrica ad alcuni piani della sede dell’ente acquedotti in via La Duca. Sede sulla quale pende, tra l’altro, un mandato di sfratto esecutivo. Mentre le strane spese dell’ente negli anni passati sono state anche denunciate dai dipendenti dell’Eas, qualche mese fa, in una lettera inviata al governo regionale e alla Corte dei conti.

Tra le altre, ecco i “viaggi in aereo, hotel a 5 stelle, ristoranti di lusso, tutto a carico dell’ente”. Ancora, “5 addetti alla segreteria commissariale equiparati agli uffici di gabinetto della Regione (4 funzionari e un istruttore) con indennità, oltre allo stipendio, di 15mila euro a testa; 3 consulenti esterni super pagati (12mila euro), che dovrebbero servire a valutare l’operato dei dirigenti (quasi uno a testa); un dirigente generale con stipendio equiparato a quello della Regione (tra i 180 e i 200mila euro annui), a carico dell’ente; 8 addetti alla segreteria del dirigente generale con tanto di autista, auto blu e assistente personale, tutti equiparati con indennità di posizioni organizzative come negli uffici della Regione siciliana; 5 dirigenti di unità operative, con contratti da 25mila euro cadauno, oltre allo stipendio”.

Senza dimenticare gli immancabili “status symbol” della “casta: “Telefonini aziendali a go-go, personale in missione e in trasferta anche tutto l’anno, indennità che oramai non spettano più eppure ‘casualmente’ ancora all’Eas esistono, vetture e mezzi che si continuano a noleggiare alle fantomatiche agenzie di turno, uffici del commissario e del dirigente generale arredati con parquet, mobili alla moda, tende e divani di lusso giustificati con ‘spese necessarie e indifferibili’”. Insomma, se l’ente dell’acqua fa acqua da tutte le parti, forse, qualche motivo ci sarà.

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