Quest’anno ci sono stati meno botti del 2007. Una festa pirotecnica che, comunque, è costata circa 60 milioni di euro. A tanto, secondo l’Unione Nazionale Consumatori, ammonta la cifra che circa 6 milioni di italiani hanno impegnato per festeggiare a suon di botti, petardi e fischioni l’inizio dell’anno.
Ma la sicurezza? La salute dei consumatori è a rischio – avverte l’Unione Nazionale Consumatori – se si pensa che oltre il 90% dei fuochi d’artificio commercializzati in Europa viene importato dalla Cina e non si sa se tutti quelli che vengono venduti in Italia hanno ottenuto il nulla osta del Ministero dell’Interno, obbligatorio per la commercializzazione.
Il dubbio – prosegue l’Unione Consumatori – è sempre se nella fabbricazione dei fuochi d’artificio (quelli più utilizzati, vale a dire di quinta categoria o da divertimento) siano state rispettate le norme tecniche che ne garantiscono la sicurezza.
“Per questo è necessario – dice l’avvocato Massimiliano Dona, segretario generale dell’Associazione – che venga recepita quanto prima dall’Italia la Direttiva 2007/23/CE in materia di immissione sul mercato di articoli pirotecnici”.