PALERMO – Sono stati definiti “i figli prediletti” della solita ‘casta’, i 120 lavoratori ex Spo di Palermo dal capogruppo grillino alla Camera Riccardo Nuti, ma dopo le sue parole arrivano quelle di Giuseppe Milazzo. Parlamentare regionale transitato adesso nel Nuovo centrodestra, Milazzo non ha sopportato l’accusa fatta da Nuti. E un motivo c’è.
Perché, a sentire il deputato Ncd, “lo stesso emendamento – quello, cioè, approvato nella lunga notte in cui la commissione Bilancio all’Ars ha varato la finanziaria, che inserisce i lavoratori della Spo nel bacino degli ex Pip per ‘allargare’ anche a loro i benefici regionali – è stato presentato l’anno scorso proprio dal gruppo dei Cinquestelle all’Ars, attraverso il loro parlamentare e segretario della Seconda commissione Giorgio Ciaccio”. Una proposta di modifica alla scorsa finanziaria che – racconta Milazzo – non era passata nemmeno in commissione, e che “in seguito i grillini hanno ripresentato in aula. Ma anche lì è stata bocciata, e così l’Ars ha recepito l’emendamento con un ordine del giorno, senza nessuna protesta neanche da parte del governo regionale”.
Per questo – spiega il parlamentare Ncd – la commissione ha riproposto quell’emendamento anche quest’anno: c’era un indirizzo da seguire. Ma non è tutto. Sempre Milazzo afferma anche che Marco Falcone, deputato che ha da poco aderito a Forza Italia, non avrebbe neanche votato la norma.
Un particolare non indifferente, se si considera che tra le accuse fatte, Nuti ha parlato anche di un ‘favoritismo’ fatto nei confronti di Federica Tantillo, figlia di Giulio, capogruppo al Comune del Pdl-Forza Italia. La figlia di Tantillo – ha denunciato Nuti – , infatti, “figurava nel libro paga della Spo quando Sala delle Lapidi votò una norma che tentava di esternalizzare il servizio di notifica multe con l’intento di affidarlo proprio alla società satellite della Gesip tramite Sispi”. Insieme con la Tantillo, secondo il capogruppo grillino alla Camera, anche Giusi Villaraut, nipote acquisita dell’ ex presidente del consiglio comunale di Palermo, Alberto Campagna. Ma la figlia del capogruppo di Forza Italia a Palazzo delle Aquile, adesso, lavora al gruppo parlamentare del Pdl dell’Ars. Entrata, con un contratto a scadenza di mandato, quando capogruppo era ancora Francesco Scoma, parlamentare che poi ha optato per il seggio al Senato.
“In ogni caso – aggiunge, poi, Milazzo – non capisco come due persone vicine a politici su un totale di 120 lavoratori possano rappresentare uno scandalo. E, soprattutto, mi chiedo come mai non si siano accesi i riflettori anche sulla Social Trinacria”.