Sportelli multifunzionali, | sapete come si vive? - Live Sicilia

Sportelli multifunzionali, | sapete come si vive?

La lettera. Fu casualmente o per consolidata tradizione clientelare, in un modo o nell’altro siamo in Sicilia, che cominciammo la nostra carriera dentro quello che già allora si chiamava carrozzone della formazione professionale.

Sì, interessa alla gente comune, a quelli che ancora credono nella solidarietà fra uomini, che sanno condividere un problema che “oggi tocca a te ma domani chissà”. È la crisi di tutti i valori, sociali e religiosi, politici, culturali, in una esplosione di stimoli negativi che ci opprimono nella nostra vita semplice, di tutti i giorni e distruggono le nostre certezze che con tanta passione, giovani trentenni degli anni ‘80, ci siamo costruite per lanciarci nel futuro pieno di promesse. Oggi siamo adulti delusi e provati da anni e anni di umiliazioni, di fatiche non riconosciute, di meriti negati e sempre da dimostrare prima di tutto ai nostri stessi familiari e amici che con un sorrisetto accompagnavano l’ascolto dei nostri problemi.

Amaramente guardiamo i nostri colleghi trentenni che oggi vivono ancora le stesse difficoltà e le stesse umiliazioni. Fu casualmente o per consolidata tradizione clientelare, in un modo o nell’altro siamo in Sicilia, che cominciammo la nostra carriera dentro quello che già allora si chiamava carrozzone della formazione professionale. Ma bisogna avere dentro qualcosa di speciale per trasformare un lavoro in un’azienda privata gestita dalla politica e considerato uguale a zero da tutti, in un lavoro vero e professionalmente gratificante, un lavoro per il quale non pensi di aver sprecato i tuoi anni di studio ma piuttosto che ogni giorno ti permette di vedere nell’entusiasmo con cui ti accolgono i tuoi attempati studenti un motivo per caricarti. Noi ce l’avevamo. Ci siamo inventati di tutto per alzare il livello della qualità, per far conoscere e rispettare sul mercato locale il nostro lavoro ed i nuovi profili avviati con i nostri coraggiosi e fiduciosi corsisti.

Nel frattempo gli stipendi arrivavano saltuariamente, gli scandali sulla formazione ci buttavano sempre più in basso nell’opinione pubblica e la stanchezza si faceva sentire. Vai via finché sei in tempo. Eppure sempre lì, a lavorare, corsi in campagna, nei villaggi turistici, in locali spesso malridotti e con mezzi improvvisati, il carcere, i ricoveri fatiscenti dove incontrare l’abbandono e scoprire la tua umanità, esperienze forti, straordinarie. Potevate immaginare di vedere così l’esistenza del formatore professionale?

La vita scorreva, i matrimoni e i figli, un lavoro di cui quasi scusarsi con chi in società occupava un posto corredato di maggiore dignità. E vennero gli sportelli multifunzionali. Quasi per scherzo partecipammo alle selezioni. Chi ci credeva che sarebbero serviti a qualcosa? Quando mai si erano occupati di noi se non per denigrarci e considerarci dei papponi mangiastipendi inutili venduti ai sindacati e sindacalisti noi stessi sempre a fare gli stessi corsi di parrucchieri ed estetiste? Invece andò tutto in porto, i tempi erano maturi e alcuni di noi, i soliti raccomandati, gli unici raccomandati d’Italia, diventammo orientatori, progettisti, operatori di sportello, tutors ed amministrativi di queste strutture innovative e uniche in tutt’Italia. Era il 2000.

Si riparte con l’entusiasmo e…che cosa non ci siamo inventati. Sì perché i signori dalla guerra (solo così si possono definire quelli che si sbranano per il potere o la ricchezza, depredando dignità e risorse) ci hanno del tutto abbandonati a noi stessi ma ci hanno dato l’idealtipico. In compenso hanno continuato a non pagarci perché si sa, i soldi non tutti sono capaci di gestirli, meglio che ve li teniamo noi…

Lettera firmata

 


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI