Sportellisti, Asu, interinali Sas | Precari appesi a un emendamento - Live Sicilia

Sportellisti, Asu, interinali Sas | Precari appesi a un emendamento

Migliaia di lavoratori le cui sorti professionali, e non solo, sono legate al Collegato e ai suoi emendamenti.

PALERMO – Migliaia di persone appese a un filo. Anzi, a un emendamento. Sono gli ex sportellisti, i lavoratori Asu e gli interinali della Sas. Le loro vite, professionali ma non solo, dipendono interamente da alcune norme che attendono di essere discusse all’Ars. E mentre il Collegato rimbalza dalla Commissione Bilancio all’Aula e dall’Aula alla Commissione Bilancio, anche i loro umori e le loro speranze viaggiano sulle montagne russe. Un momento toccano con mano un traguardo vicino, il momento dopo è tutto di nuovo in alto mare.

Gli ex sportellisti

“Ogni volta che approvano una norma che ci riguarda, che finalmente sembra mettere fine al nostro inferno, scendiamo in piazza, brindiamo, tiriamo un sospiro di sollievo, poi tutto viene dimenticato, rimane inapplicato e sprofondiamo nuovamente nell’incertezza”: sono parole di Alessandra Canto, ex sportellista di 43 anni, madre di tre figli di 15, 8 e 6 anni. Anche il marito lavorava nella Formazione professionale e così, dall’oggi al domani, si sono ritrovati, come migliaia di altri colleghi, senza un lavoro, senza un reddito, con mutui da pagare, costretti a far affidamento sulle finanze dei genitori (per chi li ha ancora).

Da ieri Alessandra, assieme ad alcuni ex colleghi, si trova a piazza Indipendenza, giorno e notte, dormendo in un gazebo, portando avanti un faticosissimo sciopero della fame, per ricordare al governo regionale “l’ingiustizia che devono subire per via di quelle leggi che sono state approvate ma che sono rimaste inapplicate”. Per i 1700 lavoratori degli ex sportelli multifunzionali, inseriti nell’immenso albo della formazione professionale, infatti, una soluzione era stata trovata. Il loro compito, stando a due emendamenti approvati con la legge Stralcio del 2016 e con un articolo della Finanziaria 2017, doveva essere quello di potenziare i centri per l’impiego in materia di servizi di politiche attive del lavoro e altri servizi specialistici. Furono stanziati anche 14 milioni di euro per lo scopo, ma quando quelle leggi “sono finite nel dimenticatoio – spiega Adriana Vitale, 55 anni, un’altra ex sportellista che sta scioperando in piazza Indipendenza – quei soldi sono andati persi nei meandri del bilancio regionale”.

Adesso, un altro emendamento al Collegato dovrebbe impegnare la Regione, e in particolare l’Assessorato al Lavoro, a trovare una soluzione al loro caso entro 180 giorni. “Speriamo che venga approvato ovviamente – continua Vitale – ma la paura che tutto finisca come le altre volte, con un nulla di fatto è tanta”.

I lavoratori Asu

Poi ci sono i lavoratori Asu, circa 5.800 persone. Hanno visto i “colleghi” ex Pip vincere una battaglia con la scorsa Finanziaria ed essere destinati alla Resais, partecipata regionale, dove dovrebbero finalmente trovare una collocazione stabile, mentre loro rimanevano fuori dalla norma. “Abbiamo alle spalle una normativa simile, ma siamo due categorie di sussidiati diverse – ammette Fiorella Sabella, lavoratrice Asu impiegata al Comune di Alcamo nel servizio Servizi sociali – e anche se sappiamo che la norma che riguarda gli ex Pip potrebbe essere impugnata dal governo nazionale, stiamo lottando per ottenere anche noi almeno la speranza”. Sabella, “50 anni suonati”, scherza quando parla del suo lavoro: “Di cosa mi occupo? Nel nostro mondo è tutto relativo. Svolgiamo mansioni uguali ai nostri colleghi contrattisti, ma sulla carta figuriamo soltanto da supporto. Percepiamo un sussidio di disoccupazione, ma siamo occupati, anche se privi di contributi”. 

Anche di loro dovrebbe occuparsi il Collegato, aprendogli le porte del bacino Resais. “Sappiamo benissimo che potremmo essere trasferiti, anche in altri comuni, ne siamo consapevoli, ma siamo stanchi, quindi questo sarebbe il male minore. Ci hanno sempre preso in giro tutti – conclude Sabella – Regione, enti utilizzatori, Inps. E non voglio credere che sia per cattiveria, ma solo per incompetenza. Resais? Ben venga, sappiamo che è l’ultima spiaggia possibile”. 

Gli interinali della Sas

Alla Sas, Servizi ausiliari Sicilia, la situazione rischia di precipitare a breve per 44 lavoratori interinali. Domani un’assemblea dei soci potrebbe deliberare il loro licenziamento immediato, in esecuzione delle cause d’appello che hanno perso. Un accordo politico-sindacale li aveva tutelati, garantendo loro la possibilità di restare al lavoro fino alla sentenza della Cassazione, ma la situazione è cambiata improvvisamente nonostante la partecipata regionale sia attualmente priva di vertici e a gestire l’ordinaria amministrazione ci sia il presidente del collegio sindacale, Francesco Malfitana. 

“Non eravamo preparati psicologicamente a tutto questo”, dice Francesco Castronovo, 32 anni, un figlio piccolo di 21 mesi. Per Sas si occupa del servizio di portierato a Villa delle Ginestre della Asp di Palermo. “Sapevamo di essere appesi a una sentenza – prosegue – ma la Cassazione finora si è sempre espressa a favore dei lavoratori, quindi avevamo delle speranze. Adesso sembra che la nostra strada stia per interrompersi di botto. E non è che guardandoci attorno ci sia granché a cui appigliarsi. E perché poi? Siamo utili agli enti per cui lavoriamo, alcuni di questi hanno addirittura scritto alla Regione per prendere le nostre difese”.

Per gli interinali Sas, molti deputati e tutti i capigruppo dell’Assemblea regionale siciliana hanno firmato un emendamento (che potrebbe trasformarsi in un Ordine del giorno) che impegnerebbe il governo a chiudere tutti i contenziosi. “Speriamo che succeda, ma i tempi sono strettissimi – conclude Castronovo -. Eppure sarebbe una norma ragionevole, considerando che negli enti dove lavoriamo c’è addirittura carenza di personale e il risparmio sulle spese legali per la Regione sarebbe notevole. Anche per noi il costo degli avvocati è enorme”.

Se venissero licenziati  finirebbero, in quanto aventi diritto, nell’albo degli ex lavoratori delle partecipate regionali. In quel limbo dove tanti altri lavoratori attendono buone notizie e un po’ di stabilità.


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