"Stavamo per prendere Milito" - Live Sicilia

“Stavamo per prendere Milito”

Walter Sabatini su mediagol
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(tratto da www.mediagol.it) La redazione di Mediagol.it ha intervistato in esclusiva il direttore sportivo del Palermo, Walter Sabatini, a pochi giorni dalle festività natalizie. Il dirigente del club di viale del Fante ha parlato dei temi caldi quali il mercato, il rendimento della squadra,il caso Cavani e la squalifica di Carrozzieri.

Direttore, cosa le rimane dello scorso campionato?
“Il campionato dell’anno scorso è stato sicuramente importante poiché ha consolidato e legittimato l’identità tattica e la forza del nostro gruppo. Quest’anno ci stiamo ripetendo, dobbiamo correggere alcuni aspetti sui quali Rossi sta lavorando con grande impegno e molta qualità”.

Un problema di questo 2009 è stato sicuramente il rendimento in trasferta…
“I primi sintomi di miglioramento si sono già visti, credo che, al di la della vittoria di Milano, anche contro il Chievo abbiamo disputato una gara di grande ordine tattico quindi è auspicabile che il nostro rendimento esterno migliori nel 2010”.

L’arrivo di Delio Rossi ripristina un percorso di continuità tattica con l’era Ballardini.
“Il rombo che sta proponendo Rossi, lo aveva già adottato con grandi risultati nella Lazio con Ledesma vertice basso, Mudingay sul centro destra, Mutarelli sul centro sinistra e Mauri nel ruolo di trequartista. Delio Rossi per me è una certezza, questo è un modulo che il mister conosce molto bene e lui è stato uno dei primi a sposarlo in Italia poiché prima non veniva molto utilizzato, mentre adesso molti tecnici ricorrono a questo sistema di gioco”.

Andiamo a ripercorrere gli eventi più significativi del 2009, partiamo da Carrozzieri e dalla sua squalifica.
“La squalifica di Carrozzieri è stato un incidente mortale per me. Moris è un ragazzo sul quale riponevamo grandi aspettative non solo tecniche, ma anche in termini di leadership interna al gruppo, che non appartiene mai a un singolo ma in genere a quattro o cinque calciatori legittimati dalla società o adatti per caratteristiche individuali ad assumere quel tipo di ruolo. Non mi aspettavo questa cosa, purtroppo è successa, in parte me ne faccio carico forse dovevo essere più attento, rimane il dispiacere per una vita sportiva interrotta adesso il ragazzo sta soffrendo pene non commisurate all’errore, forse esagerate. I calciatori e gli uomini in genere possono essere recuperati in maniera meno traumatica. Comunque noi lo seguiremo, in attesa che torni a disposizione e speriamo che possa ripristinare una carriera sportiva che al momento appare compromessa”.

Come ha vissuto l’addio di Ballardini alla fine della scorsa stagione?
“Lavorare con Zamparini è stimolante e difficile, il presidente è un uomo carismatico che ha il suo linguaggio, lo usa sempre e lo usa con tutti senza distinguo. Zamparini è un uomo sincero, quello che ti dice anche pubblicamente esprime sempre una quota altissima di verità, bisogna abituarsi a interloquire con lui, Ballardini non ha ritenuto che questo potesse essere un rapporto giusto professionalmente e ha scelto di fare altro,una sua decisione da rispettare ma la storia dimostra che è difficile lavorare con Zamparini ma esistono situazioni anche peggiorative”.

Zenga ha pagato l’eccessivo sperimentalismo tattico e l’assenza di Fabio Liverani.
“Zenga con noi non è stato fortunato perché non ha avuto a disposizione un giocatore fondamentale come Fabio Liverani, perché alcune gare sono andate male anche per situazioni estemporanee, qualche arbitraggio e un po’ di cattiva sorte. Io sono stato orgoglioso di lavorare con lui, è un uomo che sa proporre calcio, sa condurre un gruppo, mi ha colpito la sua voglia di migliorarsi di confrontarsi con il calcio a 360 gradi. Zenga è un tecnico che ha adottato criteri appresi anche al di la del circuito nazionale, è un allenatore che vale,il suo esonero mi è dispiaciuto ma sono certo che si rifarà sicuramente a livello professionale”.

Il Palermo si è trovato in mezzo a una trattativa tra l’agente di Cavani e l’Inter?
“Assolutamente no, il Palermo sa quello che fa, è informato, opera ed agisce in tempo reale senza perdere tempo. Noi non subiamo le situazioni ma ne siamo protagonisti. La vicenda di Cavani è molto semplice: lui ha subito un episodio di una violenza inaudita che lo ha scioccato ed ha scioccato tutti, ha ovviamente avuto paura per sè e la sua famiglia ed ha accusato un tentennamento conseguenziale a questo. Inoltre, il ragazzo, ha dovuto spesso subire, non certo contestazioni poiché il pubblico palermitano è civile e sportivamente evoluto ma, qualche dissenso allo stadio che ha percepito e non lo ha reso felice. Per l’impegno ed il contributo che dà alla squadra ritengo che Cavani non sia attaccabile, adesso parleremo e mi auguro che tutto rientri nella norma. L’interesse dell’Inter? Ci è stato riferito, noi non lo sappiamo, ma anche altre squadre possono mirare a lui come ad altri nostri calciatori”.

L’avvento di Delio Rossi potrà essere decisivo nei rinnovi dei contratti di Bresciano e Simplicio?
“No, non può essere decisivo perché i rinnovi di Bresciano e Simplicio sono una storia trita e ritrita e mi costringete anche la vigilia di Natale a tornarci sopra ma ognuno fa le sue scelte. La scelta della società è di confermare i giocatori rispetto ai criteri che la società deve adottare dal punto di vista salariale. Stimolati dal progetto tattico di Rossi? Questo sarà un sentimento che avranno i calciatori e non sono in grado di anticiparlo. Io se fossi in loro mi sarei già accorto che qualcosa di promettente esiste, c’è in campo, se lo sono dimostrati da soli e non c’è bisogno che traduca io questa situazione. Spero che sia uno stimolo in più per loro però come ho detto altre volte noi siamo totalmente sereni rispetto a questi due ragazzi, gli vogliamo bene, li stimiamo. Saremmo molto contenti che entrambi firmassero il rinnovo col Palermo ma se così non sarà il calcio va avanti. I calciatori vanno e vengono, direttori sportivi vanno e vengono, anche gli allenatori. Siamo tutti figuranti nel calcio”.

Direttore, chi rimpiange tra i mancati acquisti di Dzemaili, Pazzini e Nilmar?
“Io rimpiango Diego Milito. Siamo stati davvero vicini ad acquistarlo nella mia prima sessione estiva di mercato da direttore sportivo del Palermo, voi me ne avete nominati tre ed io rimpiango il quarto! Milito è motivo di rimpianto ma neanche tanto perché se fosse arrivato lui magari non sarebbe esploso Cavani”.

Lei ha detto di non essere un direttore sportivo da grandi colpi, questa sua filosofia di lavoro può condizionare il giudizio dei tifosi palermitani nei suoi confronti?
“L’ho detto, me ne assumo la responsabilità ma avrei dovuto dire “da colpi plateali” perché i colpi calcistici è il campo che ce li traduce e ce li racconta. Staremo a vedere nei prossimi mesi”.

Vuole fare i suoi auguri ai tifosi palermitani?
“Faccio gli auguri sentitissimi a tutte le persone di Palermo, non solo a quelle che vengono allo stadio ma a tutti i palermitani che sono talmente civili ed educati, gente che io frequento volentieri, verso la quale ho un grande senso di rispetto. Voglio fare un augurio a chi il Natale purtroppo lo passerà meno bene di altri perché ci sono anche situazioni di disagio nelle famiglie e spero che sia un Natale che porti qualcosa a tutti, alla gente che ne ha bisogno, ai bambini che non avranno regali, che sia un Natale bello per tutti, o perlomeno che non sia un Natale doloroso”.

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