PALERMO- “La Regione si impegna a ritirare, entro il 30 luglio 2014, tutti i ricorsi contro lo Stato prendenti dinnanzi alle diverse giurisdizioni relativi alle impugnative di leggi o di atti consequenziali in materia di finanza pubblica, promossi prima del presente accordo”. L’accordo è stato sottoscritto dal presidente della Regione Crocetta e il ministero dell’Economia lo scorso 5 giugno. Al sesto punto ecco l’impegno della Regione: ritirarsi da tutte le cause pendenti contro lo Stato, in cambio di un po’ di fondi derivanti dalla rinegoziazione del patto di stabilità: 500 milioni di euro.
E non solo. Crocetta si impegna anche, in qualità di presidente della Regione, a “rinunciare per gli anni 2014-2017 agli effetti positivi sia in termini di saldo netto da finanziare che in termini di indebitamento netto che dovessero derivare da eventuali pronunce di accoglimento”. Un accordo che avrebbe consentito, alla Regione, di ricevere dallo Stato immediatamente qualcosa come mezzo miliardo di euro. Ma i termini ovviamente, fanno già discutere. “Il Presidente della Regione Siciliana, in data 5 Giugno, – attacca il deputato di Forza Italia Riccardo Savona – avrebbe pattuito con il Ministro delle Finanze la rinunzia ad ogni genere di contenzioso di natura fiscale con lo Stato. Appare grave che il Parlamento siciliano non sia stato messo a conoscenza di una tale iniziativa che lede in modo strutturale i principi dell’Autonomia. Ritengo impellente – aggiunge Savona – che il Governo riferisca nel merito sia in Commissione Bilancio che in Aula, prima dell’inizio dell’esame della manovra finanziaria. A questo proposito ho inviato una nota al Presidente della Commissione Bilancio, al fine di quantificare l’ammontare contabile delle rinunzie relativi ai contenziosi fiscali”.
Ma quell’intesa, per qualcuno, sarebbe persino nulla, illegittima. È il caso dell’ex assessore all’Economia Gaetano Armao secondo cui sarebbe stata sottoscritta “non solo in assenza di delibera preventiva della Giunta regionale (non risulta alcuna delibera in tal senso dal sito nel quale obbligatoriamente tali delibere debbono essere pubblicate), ma anche della dovuta informativa, se non preventiva condivisione, da parte del Parlamento regionale, in tal guisa violando lo Statuto e l’ordinamento regionale. Per di più tale accordo – aggiunge Armao – interferisce sulla trattativa sull’autonomia finanziaria nel contesto del federalismo fiscale avviata nel giugno del 2012, ed inopinatamente abbandonata dal Governo Crocetta, e che così viene in parte svuotata di significato in spregio alle prerogative statutarie, rendendone ancor più improbabile la definizione”. Armao ha anche inviato una lettera al presidente dell’Ars Ardizzone, per invitare il Parlamento a prendere posizione su questa vicenda. “Siamo di fronte – ha concluso Armao – a un tradimento dello Statuto di cui si è reso responsabile il Presidente della Regione di fronte all’intero popolo siciliano”.