Gli operai morti a Casteldaccia, cosa emerge dalle autopsie

Strage di Casteldaccia, gli operai morti avevano i polmoni totalmente ostruiti

Il luogo della strage a Casteldaccia
Prime conferme dalle autopsie

PALERMO – Arriva la conferma. I polmoni degli operai morti a Casteldaccia erano completamente ostruiti. Il gas killer ha danneggiato in maniera irreversibile le vie respiratorie. L’idrogeno solforato prodotto dai liquami uccide in pochi secondi per asfissia.

Le autopsie

Sono state eseguite all’istituto di Medicina legale del Policlinico di Palermo le autopsie su tre delle cinque vittime: Giuseppe La Barbera, Epifanio Alsazia e Ignazio Giordano.

Le salme sono state restituite ai parenti che potranno organizzare i funerali. Quello di Giordano è già stato programmato per sabato, 11 maggio, alle 9.30 nella chiesa madre di Partinico.

Domani, venerdì, saranno eseguiti gli esami autoptici sui corpi di Roberto Raneri e Giuseppe Miraglia.

Confermati, dunque, i primi sospetti che attribuivano all’idrogeno solforato la causa della strage nell’impianto di sollevamento delle acque nere nel paese in provincia di Palermo.

Trappola mortale

La Procura di Termini Imerese ha iscritto nel registro degli indagati Nicolò Salto, titolare della Quadrifoglio Group, l’impresa di Partinico per cui lavoravano quattro vittime. La quinta era un interinale dell’Amap.

L’inchiesta dovrà stabilire perché e chi ha autorizzato gli operai a scendere nella vasca di raccolta dei liquami visto che l’appalto prevedeva uno spurgo con un lavoro di superfice attraverso i tombini. Mentre gli operai lavoravano è saltato il tappo di liquami e gas.

L’inchiesta

Sul posto c’era Gaetano Rotolo, ingegnere e direttore dei lavori dell’Amap, che aveva le chiavi dell’impianto di sollevamento, un luogo dove gli operai non dovevano trovarsi. I lavoratori della Quadrifoglio Group di Partinico non erano né qualificati, né attrezzati per un intervento a sei metri di profondità.

La squadra mobile di Palermo indaga pure sul meccanismo dei subappalti che ha consentito all’impresa di lavorare in diversi cantieri. Anche altrove sono stati impiegati operai con inadeguato profilo professionale? La Procura di Termini Imerese ha disposto il sequestro dell’impresa e dei carteggi delle commesse ottenute.

I subappalti

A chiamare in subappalto l’azienda è stata la Tek di San Cipirello che offre un ventaglio di servizi, dall’edilizia alle fognature. C’è un particolare: Quadrifoglio era stata scartata da Amap per l’appalto più grosso ma di fatto è rientrata per una piccola commessa, quella finita in tragedia.


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