Strage di Altavilla: madre morta, fratelli agonizzanti e in casa cucinavano - Live Sicilia

Strage di Altavilla: madre morta, fratelli agonizzanti e in casa cucinavano

Le indagini sulla strage nel paese in provincia di Palermo

PALERMO – La madre era già stata uccisa e bruciata. Erano iniziate le torture che avrebbero provocato la morte dei fratelli. Eppure la sorella, arrestata assieme ad altre tre persone, ha confessato che “ogni tanto preparavo la cena e il pranzo e Sabrina mi aiutava”. Si tratta di Sabrina Fina in carcere assieme al compagno Massimo Carandente e al padre della ragazza, Giovanni Barreca.

Emmanuel a soli 5 anni è stato legato al materasso, dopo che gli hanno fatto bere, iniettandolo con una siringa, chissà quanto caffè fino a soffocarlo. Per ore è rimasto agonizzante. “Manuel – ha raccontato la sorella – però non era in condizioni da poter essere definito vivo, già da prima di venerdì. Era nero e con il sangue in faccia. Ho assistito anche alle torture fatte a Manuel”.

Kevin, 16 anni, è stato legato mani e piedi dietro la schiena con una catena che gli ha tolto il respiro. Erano convinti che la madre ed Emmanuel fossero posseduti dal demonio. Poi le loro attenzioni si sono concentrate su Kevin. “Una sera, dopo la morte di mia madre – ha raccontato la ragazza -. Massimo aveva mal di testa e sosteneva fossero dei demoni ad attaccarlo. Si è alzato, è andato da mio fratello e gli ha detto: ‘Il problema sei tu’ iniziando a fargli varie domande, tipo: ‘Chi sei nel nome di Gesù?’, Kevin non sapeva cosa rispondere, diceva: ‘Non lo so’. Massimo allora ha detto a Sabrina di prendere la pentola con cui avevano picchiato mia madre”.

Ha solo ritardato la sua morte. Kevin ha provato a difendersi mordendo la caviglia di Sabrina Fina. Poi lo hanno sopraffatto: “Mio fratello è stato picchiato dai due, poi lo hanno legato con una catena piena di ruggine, cavi e fili e lo hanno messo a terra con la testa su un cuscino accanto al camino. Mio padre lo teneva mentre i due lo legavano”.

A quel punto “io me ne stavo andando ma mi hanno detto che se facevo così non ero una figlia di Dio… Ero distrutta, non ho fatto niente, sono stata costretta ad assistere – ripete con insistenza – poi mi hanno bendata. Massimo mi chiedeva chi ero e cosa ero venuta a fare, io rispondevo dicendo il mio nome e lui mi accusava di essere una bugiarda, mi sono accovacciata sul divano e mi sono addormentata, quando mi sono svegliata non c’era nessuno, oltre ai miei fratelli, io sono corsa in camera e mi sono chiusa a chiave e mi sono addormentata”.

All’inizio ha descritto se stessa come spettatrice dell’orrore, addossando le colpe principali su Carendente e Fina nel tentativo, probabilmente, di rendere meno pesante la posizione del padre. Poi ha chiesto di parlare con il magistrato e ha confessato di avere partecipato alle torture. Ha tenuto fermi i fratelli mentre li colpivano con una padella, usavano il phon con il flusso di aria bollente indirizzato in bocca, li martoriavano con gli attrezzi del camino roventi. Ha preso a calci la madre e insieme agli altri arrestati ha seppellito i resti del corpo divorato dalle fiamme. Non ha ascoltato le urla della donna che la implorava di avvertire i carabinieri. È salita sulla pancia del fratello Kevin mentre veniva torturato.

La villetta era stata preparata a dovere: “Ho fatto delle scritte sui muri di casa, dietro indicazione di mio padre, copiavo quello che c’era scritto nella Bibbia”. Frasi in aramaico.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI