Strage di Casteldaccia, ancora in gravi condizioni l'operaio sopravvissuto - Live Sicilia

Strage di Casteldaccia, ancora in gravi condizioni l’operaio sopravvissuto

È ricoverato al Policlinico di Palermo. Giovedì le autopsie sulle 5 vittime
LA TRAGEDIA
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PALERMO – Sono ancora gravissime le condizioni di Domenico Viola, 62 anni, dipendente della Quadrifoglio Group, coinvolto nell’incidente sul lavoro che lunedì scorso è costato la vita a 5 operai.

Quattro dei cinque operai morti lavoravano per la stessa ditta di Viola, mentre un quinto era un operaio interinale, Giuseppe La Barbera di 29 anni. Gli operai sono morti soffocati dalle esalazioni dell’idrogeno solforato, mentre svolgevano lavori di manutenzione della rete fognaria a Casteldaccia.

L’uomo, unico estratto ancora in vita è ricoverato in Rianimazione al Policlinico. I medici, che parlano di “insufficienza multiorgano”, stanno cercando di capire quali danni abbia riportato ad apparati vitali.

Domani le autopsie sui corpi delle 5 vittime

Sono state spostate a giovedì 9 maggio, al Policlinico di Palermo, le autopsie dei 5 operai morti lunedì mentre lavoravano alla rete fognaria di Casteldaccia (Pa). Sul drammatico incidente sul lavoro ha aperto una indagine per omicidio colposo plurimo la Procura di Termini Imerese.

La fissazione degli esami medico-legali, accertamenti irripetibili, potrebbe portare ai primi avvisi di garanzia: un atto necessario per dare la possibilità alle persone a vario titolo coinvolte nella vicenda di nominare propri consulenti in modo che possano partecipare alle autopsie.

Secondo le prime ricostruzioni, le vittime lavoravano per la Quadrifoglio Group che si era aggiudicata in subappalto dalla Tek i lavori di manutenzione della rete fognaria di Casteldaccia e di altri comuni, lavori esternalizzati da Amap, e non sarebbero dovute scendere nell’impianto ma avrebbero dovuto procedere allo spurgo dei tombini dalla strada.

La sonda dell’autospurgo, che avrebbero dovuto calare dall’esterno – il tombino era stato ricoperto di asfalto in precedenti lavori stradali – si sarebbe bloccata e gli operai avrebbero chiesto il permesso al direttore dei lavori di Amap di scendere sotto terra.

Il tappo che impediva alla sonda di spurgare sarebbe saltato e i primi 3 dipendenti sarebbero stati investiti da liquami e gas letale, avrebbero perso i sensi e sarebbero precipitati nella vasca sottostante. Per soccorrerli altri tre lavoratori sarebbero scesi. Due sono morti, uno è in fin di vita.

Le indagini puntano a chiarire eventuali falle nella sicurezza – nessuno degli operai indossava mascherine -, con quali criteri fosse stato selezionato il personale che non sarebbe stato specializzato e non avrebbe seguito corsi di sicurezza e perchè il tecnico Amap ha autorizzato le vittime a scendere nella stanza dell’impianto. C’è da chiarire anche la catena di responsabilità nella vigilanza sui lavori subappaltati alla ditta.


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