Pochi minuti, i colpi. Monreale, ecco la sequenza della strage

Pochi minuti, i colpi. Monreale, ore 1:28: ecco la sequenza dell’orrore

Una vittima si accascia. Quel braccio in aria per chiedere aiuto

PALERMO – Una manciata di minuti, due raffiche di colpi inframezzati da una breve pausa. Ecco la sequenza della notte di violenza e morte a Monreale. Sul selciato restano una ventina di bossoli.

I proiettili calibro 9X21 hanno raggiunto Andrea Miceli, Salvatore Turdo e Massimo Pirozzo al petto, al collo e all’addome. Altri si sono conficcati sul muro, sulle fioriere piazzate all’esterno dei locali di via Benedetto D’Acquisto e hanno mandato in frantumi il parabrezza di una Mini Cooper.

Le immagini delle telecamere di video sorveglianza non sono nitidissime, ma la qualità basta per fare emergere ruoli e orrore. Alle 1:28 si nota un giovane con addosso un giubbotto di colore scuro che viene trattenuto da un altro ragazzo con un pantalone bianco. Si libera dalla presa e corre uscendo dall’inquadratura.

Trentatré secondi dopo una donna con una bambina si allontana precipitosamente. È una delle cento persone che affollano la strada. Vista la dinamica, anche loro hanno rischiato di essere ammazzati. Ed ecco che nell’inquadratura entra un soggetto con un giubbotto bianco. Si tratta dell’assassino ancora senza nome: impugna con la mano destra un oggetto che punta verso il basso. Si vedono dei riflessi luminosi. Sembra essere di metallo, ma la qualità delle immagini non consente di definire con certezza cosa sia. Secondo la Procura di Palermo, sta impugnando una pistola.

Poi si allontana verso il marciapiede opposto a quello del lounge bar “365”. Una ragazza, che indossa un giubbotto nero, cerca di trattenerlo. Alle 1:29 un giovane si piega sulle ginocchia e cade. Alza il braccio mentre è a terra. La sua è una disperata richiesta di aiuto. In tanti lo soccorrono.

All’1:31 transita in direzione Palermo un motociclo con a bordo due persone. Uno testimone dirà che si tratta di una Bmw Gs. Il passeggero della moto indossa un giubbotto di colore bianco e nel momento in cui passa accanto al giovane riverso sul basolato ha il braccio destro proteso in avanti.

Sta sparando. Si intuisce dal fatto che chi è presente in via Benedetto D’Acquisto si abbassa per scansare i colpi. Provano a lanciargli una sedia contro per fermarlo. Non ci riescono. I colpi sono ormai stati esplosi e saranno ancora una volta mortali. Salvatore Calvaruso, l’assassino diciannovenne, dirà che su quella moto sarebbe salito anche lui per scappare dopo avere fatto fuoco. Erano in tre sulla Bmw.

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