Gli studenti fuori sede: | "Non abbiamo diritto di voto" - Live Sicilia

Gli studenti fuori sede: | “Non abbiamo diritto di voto”

Secondo giorno di votazione. Denunciano gli studenti che vivono fuori dalla città di residenza: "la politica si disinteressa a noi, ci è stato negato il diritto di voto". Così, scatta la provocazione e la cartella elettorale diventa digitale: in 6mila si riuniscono su internet ed esprimono il loro voto all'interno di una pagina facebook.

Elezioni/La storia
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CATANIA. Non accettano scuse e battono pugno duro i migliaia di studenti fuori sede che denunciano di non poter esercitare il diritto al voto. Ed è quando si parla di astensionismo che ci tengono a mettere le cose in chiaro: “Noi vorremmo votare, ma non possiamo farlo”, a parlare è Laura, catanese, da tre anni studentessa all’università di Pisa. “Noi studenti fuori sede siamo del tutto impossibilitati ad esercitare quello che dovrebbe essere un nostro diritto a causa di un Governo totalmente disinteressato”.

Lo Stato mette a disposizione dei fuori sede un piccolo rimborso spese, pari al 20% del costo dello spostamento dello studente dalla città di studio a quella di residenza, che sembra però del tutto irrisorio, “il rimborso di 40euro su una tratta che costa 300euro, nel mio caso, – prosegue Laura – non mi sembra il modo più adatto di incoraggiare i giovani alla politica. Sono delle spese che pesano e che non tutti possono affrontare”.  Come Laura tantissime le storie di giovani costretti a rinuncare ad esecitare il proprio voto. Molti di questi ragazzi si sono riuniti su facebook all’interno della pagina “Studenti che non potranno votare alle elezioni” e che oggi conta quasi 6000 adesioni. Lo scopo della pagina sensibilizzare l’opinione pubblica e la classe politica.

Intanto, la provocazione. All’interno della pagina infatti è stata allestita un’area dove lo studente può simbolicamente esprimere il voto. Provocazione che però sembra sia piaciuta a molti, tanto che qualcuno, tra i più coraggiosi, pare abbia azzardato una proposta che potrebbe di certo essere la soluzione al problema, “e se si potesse votare online come avviene da anni in America?”.


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