PALERMO – Difende il governo sull’affaire Decontribuzione Sud (“sono state dette bugie, il Sud è al centro dell’agenda dell’Esecutivo”) e la scelta di una Zes unica (“le vecchie Zone economiche speciali non hanno funzonato”). Carolina Varchi, deputata e responsabile Politiche per il Mezzogiorno di Fratelli d’Italia, rispedisce al mittente le critiche sulle scelte economiche portate avanti da Palazzo Chigi. E sulla Sicilia post-voto aggiunge: “Dopo le Europee ci dovrà essere un rilancio dell’agenda di governo regionale”.
Periodo di polemiche sul fronte dell’economia, una su tutte lo stop alla decontribuzione al Sud.
“Più che di polemiche parlerei di bugie e inesattezze. Quel provvedimento nasce per fronteggiare la pandemia prima e la guerra in Ucraina dopo. Non a caso anche i precedenti governi avevano ottenuto solo proroghe di sei mesi o un anno ma in molti sembra lo abbiano dimenticato, purtroppo. Anche qualche alleato, tra un evento elettorale e l’altro, dovrebbe ricordarselo per evitare di sollevare polveroni fondati sul nulla che diventano assist insperati per una opposizione senza argomenti. La verità è un’altra: il governo Meloni, grazie al grande impegno del ministro Fitto, sta trattando in Europa uno strumento analogo che sia però strutturale e possa quindi favorire la nascita di assunzioni a tempo indeterminato. Nel frattempo, nuove forme di decontribuzione sono presenti nel Decreto Coesione appena approvato a Roma. Riguardano donne, giovani e in generale i lavoratori del Mezzogiorno d’Italia. Il Sud è al centro dell’agenda di questo governo”.
Sulle Zes il governo ha fatto una inversione a U rispetto ai precedenti. Si è passati a un’unica Zona economica speciale. Ma se tutto è ‘Zes’ non c’è il rischio che niente, alla fine, sia Zes?
“Le precedenti piccole Zes hanno prodotto poco o nulla e quindi di fatto non hanno funzionato. Mente chi racconta il contrario per difendere logiche localistiche: semplicemente quel meccanismo non serviva per i grandi investimenti di cui il Sud ha bisogno. In qualche caso le perimetrazioni delle vecchie Zes hanno aperto a disparirà tra investimenti che avvenivano a volte a pochi chilometri di distanza, e, peggio, alla percezione che fossero decisivi i rapporti politico-istituzionali locali per ottenere un nuovo insediamento produttivo. Una Zona economica speciale, poi, si qualifica non tanto per la sua estensione, quando per gli strumenti che la rendono, appunto, speciale: crediti di imposta, tassazione agevolata, trasparenza e sburocratizzazione sono previsti nella riforma. Siamo certi che la più ampia zona speciale d’Europa farà ripartire il Sud. E siamo già partiti, in realtà: di pochi giorni fa è il decreto con cui si è dato il via ai crediti di imposta, uno strumento previsto proprio dalla riforma della Zes, che favorirà il rilancio delle imprese e delle attività produttive siciliane, non a caso il governo regionale ha dato un voto ampiamente favorevole a questa riforma”.
C’è finalmente l’intesa Stato-Regione Siciliana sulla programmazione dei fondi Fsc. Risultato che la soddisfa o si poteva fare meglio per la Sicilia?
“Sono ampiamente soddisfatta perché si tratta dello stanziamento più grande tra tutte le Regioni d’Italia. Ma oltre a questo, mi convincono i contenuti frutto di un grande lavoro sinergico tra il governo Schifani e il ministro Fitto: in Sicilia oltre che sul Ponte e sui termovalorizzatori, si interverrà per le infrastrutture, per i trasporti, per contrastare il dissesto idrogeologico e recuperare i beni culturali della Sicilia, un patrimonio immenso da valorizzare. Un segno concreto di attenzione da Giorgia Meloni e dal suo governo per la Sicilia. E poi, mi sia consentito, sono orgogliosa che la firma dell’accordo avvenga nella mia città che risulta destinataria di importanti interventi infrastrutturali e culturali”.
Le Europee si avvicinano, quale obiettivo per FdI in Sicilia?
“Le elezioni sono sempre un momento di ricerca dei consensi e delle conferme quando si sta al governo ovunque come nel nostro caso. Il nostro obiettivo è confermarci prima lista del centrodestra e speriamo di contribuire significativamente al risultato nazionale del nostro partito, come accadde cinque anni fa. L’apprezzamento dei siciliani per i fatti concreti che il governo ha messo in campo si trasformerà in consenso. In ogni comune siciliano che ho visitato ho trovato vecchi e nuovi amici in campo per Giorgia. L’attenzione all’economia reale, alle attività produttive, alle famiglie e alle imprese, viene immediatamente percepita. Puntiamo quindi certamente a un grande risultato”.
L’esito del voto per Bruxelles potrebbe avere ricadute politiche sulla composizione del governo regionale?
“Non sono appassionata dei valzer di poltrone e credo che non interessino nemmeno ai cittadini. Preferisco parlare di temi e di grandi obiettivi, certamente dopo le Europee ci dovrà essere un rilancio dell’agenda di governo regionale che il presidente Schifani garantirà con l’autorevolezza che gli è propria, sapendo di poter contare su un alleato leale come FdI. Come dimostra anche il contenuto dell’accordo di coesione, noi di FdI sappiamo guardare al di là del nostro collegio elettorale, lavorando per realizzare gli obiettivi strategici dai quali passa il rilancio della Sicilia”.